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L’accordo c’è. Uilm, Cisl, Federmeccanica ed Assistal, a margine dell’incontro tenutosi in Confindustria, hanno siglato l’intesa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. ''Sono previsti 130 euro di aumento medio al V livello”, riferisce Rocco Palombella, della Uilm. “Gli aumenti – precisa il sindacalista – verranno corrisposti ai lavoratori nell'arco dei prossimi tre anni, cioè 35 euro il primo gennaio 2013, 45 il primo gennaio 2014 e 50 il primo gennaio 2015. Si tratta di un risultato importante per il settore metalmeccanico, dato che il comparto industriale è stato gravemente colpito dalla recessione economica in essere nel Paese. Arriva salario fresco nelle tasche di quasi due milioni di addetti metalmeccanici ed importanti innovazioni normative per quanto concerne l’inquadramento, il salario, flessibilità e orario di lavoro, la tutela delle malattie e la previdenza integrativa sanitaria. Domani riuniremo a Roma il Direttivo nazionale della nostra organizzazione che si pronuncerà sull'intesa e per martedì prossimo, 11 dicembre, è prevista l’assemblea nazionale dei delegati di Fim e Uilm a Padova. Riteniamo che i lavoratori apprezzeranno l'accordo fatto”.
Proteste Fiom- La Fiom è la grande esclusa dalla trattativa. Da Milano, dove protesta contro il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, il sindacalista Maurizio Landini, chiede aiuto al segretario del Pd: “'Valutiamo positivamente le primarie, un fatto democratico, e a Bersani chiediamo che la democrazia venga portata anche nelle fabbriche”. Per il leader della Fiom, il candidato premier del centrosinistra “si deve impegnare a fare una legge sulla rappresentanza per dare diritti a chi lavora”. ''La contraddizione – ha proseguito Landini – è che i metalmeccanici che hanno votato alle primarie non hanno diritto di votare per il loro contratto”. “Federmeccanica – ha aggiunto il numero uno della Fiom – sta usando questa crisi per cancellare tutti i diritti e Bersani ha un'occasione precisa e immediata se vuole davvero cambiare le cose come ha detto”.
