Il Teatro dell’Opera di Roma ha ufficialmente riaperto e rilanciato la stagione concertistica con la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi andata in scena mercoledì 15 febbraio sotto la direzione del Maestro Michele Mariotti, direttore musicale del Costanzi.
Prima dell’inizio Mariotti ha ricordato il compianto Maestro Gelmetti, suo lontano predecessore che più volte diresse questo Requiem per l’Opera di Roma, rivolgendo a lui e alla sua famiglia un pensiero di affetto e gratitudine, ha inoltre chiesto al pubblico che riempiva il teatro un minuto di silenzio per le vittime del terremoto in Siria e Turchia, con un messaggio di forza, coraggio e speranza.
La prova generale del 14 febbraio è rientrata nell’iniziativa “VIVA Verdi”, programma di concerti straordinari per l’acquisizione della casa-museo del compositore a Sant’Agata di Villanova sull’Arda.
Alla morte dell’ammiratissimo Alessandro Manzoni Verdi decide di riprendere in mano un progetto pensato in occasione della scomparsa di Rossini, ma per varie ragioni naufragato e nel 1873 scrive a Giulio Ricordi: “Io pure vorrei dimostrare quant’affetto e venerazione ho portato e porto a quel Grande che non è più (…). Vorrei mettere in musica una Messa da morto a eseguirsi l’anno venturo per l’anniversario della sua morte”. E sempre nello stesso anno a Giulio Bellinzaghi Sindaco di Milano: “Non mi si devono ringraziamenti (…). È un impulso, o dirò meglio, un bisogno del cuore che mi spinge a onorare, per quanto posso, questo Grande, che ho tanto stimato come scrittore, e venerato come uomo, modello di virtù e di patriottismo!”
Il Requiem è una composizione monumentale per Orchestra, Coro e quattro voci soliste. Potrebbe essere associato all’immagine di un grande cenotafio, una tomba vuota, un monumento sepolcrale che non contiene spoglie mortali, ma conserva la memoria. Verdi ha una visione laica della morte, non considera la sopravvivenza dell’anima, esprime contemplazione e terrore, ma anche e soprattutto fiducia negli uomini che proseguiranno, sopravvidendo, il loro cammino.
Michele Mariotti si trova a dirigere per la seconda volta il Requiem di Verdi e riesce a dare il giusto peso al suono, quel suono verdiano così ricercato dai direttori, con una particolare attenzione ai colori e alle delicatezze espressive.
Il soprano Eleonora Buratto sostituisce Elena Stikhina e lo fa con grande bravura offrendo ricchezza di armonici e facilità di acuti, ottima la sua resa negli insiemi. Yulia Matochkina, mezzosoprano, ha una voce ricca, rotonda, piena in tutti i registri. Entrambe le voci femminili hanno una postura facciale ideale durante l’emissione vocale. Stefan Pop non tradisce le aspettative del pubblico romano, il suo timbro si rivela sapientemente duttile e di grande sonorità, Pop è un tenore sempre molto “operistico” nella postura e nello stile. Il basso georgiano Giorgi Manoshvili reduce dal ruolo del Re nella recente Aida del Costanzi è musicalmente molto presente ed espressivo.
Il Coro del Teatro dell’Opera di Roma diretto dal Maestro Ciro Visco ricopre un ruolo fondamentale nel Requiem e lo fa con grande decisione, le voci lavorano con precisione e sentimento, il risultato è assolutamente ricco ed emozionante.
Innumerevoli le sensazioni che lo spettatore ha modo di percepire durante l’esecuzione, dal dolore all’estasi, dal terrore alla pace. Mariotti stesso parla di un finale di luce, una luce che si apre alla speranza e in questo particolare momento storico è più che mai necessario che la musica ci conforti.
Giuseppe Verdi
MESSA DA REQUIEM
Direttore Michele Mariotti
Maestro del Coro Ciro Visco
Soprano Eleonora Buratto | Mezzosoprano Yulia Matochkina | Tenore Stefan Pop | basso Giorgi Manoshvili
ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA
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Loredana Margheriti