“Dirà la storia” se, come ha affermato Matteo Renzi, “la Meloni è una bolla mediatica che si sgonfierà. Sicuramente è stata una bolla mediatica Renzi. Dal 40 per cento in cui si trovava all’attuale, forse, 2 per cento. Evidentemente si è sgonfiato lui”. Così la leader di Fratelli d’Italia, ospite di Restart, in onda su Raidue. Vento in poppa nei sondaggi, in pole position nella classifica dei libri più venduti con “Io sono Giorgia”, la leader di Fratelli d’Italia non teme le frecciate degli avversari ‘bolliti’ come il leader di Italia Viva. E rispedisce al mittente gli attacchi quotidiani, che crescono in proporzione alla sua popolarità e all’avanzata del partito.
“Cercherò di fare del mio meglio per non deludere le tante persone che oggi credono in Fratelli d’Italia“, ha aggiunto. Sperando che i consensi virtuali si trasformino quanto prima in voti espressi in cabina. “Alle elezioni spero che andremo prima del 2023” ha detto. Poi ha ribadito il buono stato di salute del centrodestra. Confermato oggi dalla scelta comune e definitiva dei candidati a Roma e Torino. Nessun pericolo dalla federazione del centrodestra lanciata da Salvini. Che non mette a rischio l’alleanza con Lega e Forza Italia.
“A me pare sia un tentativo più che giusto di quei partiti del centrodestra che hanno scelto di sostenere l’esperienza di Draghi per rafforzarsi. E cercare di combattere uno strapotere che purtroppo in questo Parlamento è in mano alla sinistra”. Una sinistra molto aggressiva, ha sottolineato la Meloni. “Che vuole stravincere, che pretende di avere un pezzo dei voti del centrodestra per fare le cose che facevano con Conte. Chiaramente non potrebbe far parte di questa esperienza Fratelli d’Italia perché ha scelto la strada dell’opposizione. Ciò non toglie che la nostra alleanza non è affatto a rischio“.
Poi è tornata sulla scelta del ticket Michetti-Matone per la corsa al Campidoglio. «Ha vinto la coalizione, che lavora per vincere anche quando si voterà. Abbiamo fatto un ottimo lavoro. Offriamo alla Capitale d’Italia dopo l’incompetenza improvvisata della Raggi un modello diametralmente opposto. Offriamo dei professionisti estremamente competenti”. Quindi l’annuncio della presentazione ufficiale delle candidature prevista per venerdì. L’occasione per raccontare – dice la Meloni – in maniera più compiuta i due protagonisti della sfida per la conquista di Roma. “Sono molto ottimista – ha aggiunto. “Enrico Michetti sa esattamente dove mettere le mani. E ha una visione per ridare a questa città la grandezza che merita”. Grande stima anche per il giudice Simonetta Matone. “È una persona che ha esperienza di lungo corso, molto vicina ai temi del sociale”. Il centrodestra è ‘perfettamente in partita’.
“Sono contento e emozionato, grato per la fiducia dimostrata in questi giorni, per l’affetto ricevuto”, sono state le prime parole di Enrico Michetti, appena designato dal centrodestra come candidato sindaco in ticket con Simonetta Matone. Per il professore di Diritto Pubblico e speaker radiofonico “ora è il momento di restituire alla città eterna quello che merita, il ruolo di caput mundi“. Un curriculum di tutto rispetto, quello del docente, popolarissima voce di “Radio Radio” con la sua rubrica “La pulce e il prof”, nella quale ogni mattina affronta temi di attualità dando nozioni giuridiche e formulando opinioni personali.
Enrico Michetti è nato il 19 marzo del 1966 e ha 55 anni di età. Si è laureato in Economia aziendale e svolge l’attività di avvocato e professore universitario di diritto pubblico all’Università di Cassino. Michetti è l’ideatore del progetto sperimentale “Sistema Gazzetta Amministrativa”, deputato alla formazione, informazione, assistenza e aggiornamento giuridico della Pubblica Amministrazione. Inoltre è Direttore della Collana Editoriale Giuridica.
Nel 2017, su proposta dell’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi, gli è stata attribuita, da parte di Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, l’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiano.
Seguitissimo sui social e in radio, Michetti è considerato un “tribuno del popolo”, non si sbilancia sul tifo, ma sui romani sì, ed è a loro che tutti i giorni si rivolge dalle frequenze di una delle radio più seguite a Roma.
“Ci dobbiamo mettere ventre a terra e pacificare questo ambiente, senza odio, con il massimo rispetto per tutti. Che vengano abrogate parole bruttissime come rottamazione o il fatto che appartieni a quello schieramento per cui non vieni considerato, o la discriminazione soltanto perché la pensi in maniera diversa. Roma è una città accogliente, dove si respira il senso della Patria. Dovremmo rispolverare questa città per riportarla agli antichi fasti. Dovremmo riportare la Capitale alla Roma dei Cesari, la Roma dei grandi papi, la Roma città della scienza, della cultura, dove ogni cittadino è cittadino del mondo. Abbiamo intorno il mare, la pianura, la montagna, i bacini lacustri, abbiamo i posti più belli del mondo e dovremmo iniziare a pensare ad un’area vasta, dove i comuni circostanti sono i nostri fratelli, trattarli con grande dignità perché loro sono la nostra forza. E poi ci sono le periferie, dove dovremmo portare occupazione, servizi, gioia ed entusiasmo”, sono state le prime dichiarazioni di Michetti alla sua radio del cuore. o
Cosa pensa Michetti della sindaca Raggi
Ieri, al termine del centrodestra dal quale è emerso il nome di Enrico Michetti come candidato unitario di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia alle elezioni comunali di Roma, Vittorio Sgarbi ha annunciato il ritiro della sua candidatura avanzata alcuni mesi fa. Oggi sia il leader della Lega Matteo Salvini che lo stesso Michetti lo lanciano in campagna elettorale come assessore in pectore alla cultura. Un tassello in più per la sfida del centrodestra che punta a battere Virginia Raggi e il Movimento 5 Stelle e il centrosinistra, con il tandem costituito dall’avvocato e speaker di Radio-Radio, e dall’ex magistrata Simonetta Matone.
“Buongiorno amici. Nella squadra che salverà e rilancerà Roma, con il ticket Enrico Michetti – Simonetta Matone, vedo bene l’amico Vittorio Sgarbi come assessore alla Cultura. Che ne dite? P.s. Un grande abbraccio a Vittorio anche per averci resi partecipi della sua vittoria contro il cancro, la sua sfida personale più dura”. Così il leader del Carroccio in un post su Facebook, mentre Michetti ha parlato di Sgarbi come di una figura dal “profilo altissimo”, come possibile assessore alla Cultura in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
Lo stesso Sgarbi ieri, si era dato disponibile per entrare nella squadra di governo della capitale del centrodestra: “Ho parlato con la Matone che ha capito che la sua storia le consente di avere un ruolo molto importante al fianco di un candidato più ruspante. Io ha dato la mia disponibilità, ritirando la mia candidatura, a fare l’Assessore alla Cultura dove non temo rivali. Roma deve essere il luogo dove tutto accade, occorre puntare sula Cultura. Sarà Michetti a indicare la persona giusta. Sono soddisfatto, c’è stata unità assoluta. L’idea di questa pazza della Raggi di fare uno stadio con i grattacieli basterebbe per renderla inabile di fare il Sindaco, è incapace di intendere e di volere”.
In realtà, aldilà di dichiarazioni di comodo rilasciate alla stampa, si può annotare la capacità di Sgarbi quale ‘furbetto della finta candidatura’. Sgarbi aveva ben chiaro che era una realtà impossibile diventare sindaco di Roma giocando, di conseguenza, d’anticipo e ritirando, in seguito, la sua candidatura. Sgarbi con la sua candidatura sottraeva voti al centrodestra ed era ovvio che tra le righe gli arrivasse una controproposta.
Ricercando nella memoria realtà analoghe mi salta agli occhi quanto fatto da una persona di altissimo profilo, il senatore Nanni Ricevuto, oggi console onorario con la Russia e responsabile dell’Università Pegaso di Messina. Nanni Ricevuto, due volte senatore nell’epoca craxiana, assessore regionale all’industria della Regione Siciliana, in precedenza assessore comunale ed altro, nel 2003, attraverso una finta candidatura alla guida della città di Messina, dove era candidato Peppino Buzzanca, smosse le acque politiche cittadine. Nanni Ricevuto con la sua candidatura si rivolgeva alle realtà sociali, volontariato ed altro. Dire Peppino Buzzanza è citare il due volte presidente della Provincia di Messina, è dire candidatura appoggiata dal senatore Mimmo Nania. Ricevuto fu ricevuto da Silvio Berlusconi in compagnia di Gianni De Michelis e, a seguito del ritiro della sua candidatura, fu in seguito nominato sottosegretario, viceministro della Pubblica Istruzione, due volte eletto alla Camera dei deputati e nomina alla Presidenza della Provincia di Messina. Un gioco politico che somiglia ad una partita di dama con salti di pedine. C’è comunque una profonda differenza interiore e politica tra Nanni Ricevuto e Vittorio Sgarbi ed è data dall’affidabilità. Nanni Ricevuto è altamente affidabile, Vittorio Sgarbi, no!