“I politici italiani devono mettere fine al gioco delle accuse, attaccare l’Ue significa spararsi nei piedi.Alcuni responsabili di governo per ragioni di politica e consenso interno si comportano in modo poco responsabile mentre sui migranti è necessario andare avanti tutti insieme, oppure il progetto europeo è a rischio”. Così il commissario Ue alle Migrazioni, Dimitri Avramopoulos, in un’intervista a Repubblica. “Non spetta alla Commissione dire dove vadano sbarcati, lo stabiliscono il diritto internazionale e la legge del mare, ma certamente bisogna trovare il modo di farli scendere subito a terra. Non sono nemici, non sono una minaccia per la sicurezza nazionale, sono solo persone vulnerabili e i governi hanno un imperativo umanitario ed etico da rispettare: bisogna sbarcarli e offrire loro assistenza e supporto”, sottolinea sul caso della nave Diciotti.
“Conosciamo bene le posizioni del governo italiano, credo che i politici del vostro Paese dovrebbero capire che in questo momento non siete soli, che l’Europa cerca di aiutarvi. Al contrario, chi attacca l’Unione si spara sui piedi”, rimarca Avramopoulos, “abbiamo già proposto una riforma del sistema di asilo e misure per coordinare gli sbarchi, ora tocca ai governi decidere ma dobbiamo restare uniti in quanto stiamo vivendo un momento critico per il futuro dell’Unione: abbiamo nelle nostre mani la salvaguardia del progetto europeo e i politici di tutti i Paesi, anche di quelli ai quali è chiesta solidarietà, devono essere responsabili altrimenti nei prossimi anni ne risponderanno di fronte ai cittadini. In sostanza, l’Italia deve accettare di sbarcare e identificare i migranti, anche con l’aiuto finanziario della Commissione e il pieno sostegno di Easo (ufficio europeo di sostegno per l’asilo, ndr) e gli altri governi non devono lasciare Roma da sola, devono farsi carico dei richiedenti asilo”.