‘Il settore dei servizi sociali è da un lato una delle medaglie, una delle parti migliori del Paese, ma allo stesso tempo continua ad essere macchiato da interessi e situazioni di tipo patologico’, ha detto il Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, intervenendo di fronte alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, di identificazione ed espulsione. Per questo motivo l’Anac è intervenuta per mettere a punto una serie di attività di regolazione che possano evitare il ripetersi di situazioni patologiche.
Cantone ha citato ad esempio il bando d’appalto per la gestione del Cara di Mineo, che sembrava costruito per eliminare ogni concorrenza e non aveva una divisione di lotti.
L’Anac, sottolinea ancora Cantone, si attiverà per valutare se ci sono i presupposti per un commissariamento del Cara di Crotone. Bene ha fatto il ministro dell’Interno Marco Minniti a disporre un’ispezione al Cara: ‘Il decreto del ministro dell’Interno sulle procedure per l’affidamento dei servizi legati all’accoglienza migranti è stato oggetto di confronto e va nella giusta direzione, perché prevede una divisione in lotti strutturale, con la possibilità di individuarne quattro. Ma il vero problema sta nella fase successiva, quella dei controlli, che vanno rafforzati. Ho letto che ci sarebbero state frizioni: non è così, con l’autorità di governo il rapporto è stato perfetto. Abbiamo fatto solo lievi proposte di modifica. Ma il tema vero è quello dei monitoraggi e dell’adeguatezza delle prefetture rispetto allo svolgimento degli appalti. Le prefetture non sono Nembo Kid. Quelle grandi hanno il personale necessario, quelle piccole meno. E nella nostra attività abbiamo riscontrato anche delle difficoltà a interfacciarsi con il tema degli appalti di servizi, perché della prefetture ci sono arrivate richieste di parere ingiustificate. Bene ha fatto il ministro Minniti a disporre un’ispezione i cui esiti chiederemo’.
Quanto al Cara di Mineo, invece, Cantone sottolinea: ‘L’appalto era costruito in modo da escludere la concorrenza ed erano richiesti presupposti così specifici che mancava che indicassero il nome del vincitore: era un classico bando su misura. Contro il nostro provvedimento ci fu un fuoco di sbarramento, il Cara si rifiutò di revocare l’atto e ci sono ancora problemi su come fu acquisita e utilizzata la struttura che ospita il centro: se ne occuperà la Procura. L’appalto del Cara di Mineo fu commissariato e lo è tuttora: un nuovo appalto non è stato fatto, continuano a operare i vecchi gestori con il commissario. È indispensabile che si faccia al più presto l’appalto. Andrebbe chiuso? E’ una scelta politica, è la risposta di Cantone.