Il memorandum con la Tunisia funziona. Firmato la scorsa estate, vantato dalla premier Meloni come modello per futuri accordi di partenariato con i paesi africani, attaccato dalle sinistre inconcludenti, in realtà ha dato i suoi buoni frutti. E’ Il Sole 24 Ore oggi a ricordarlo alla vigilia del vertice Italia-Africa in cui Meloni intende ribadire la sua linea: «In Africa non va fatta la carità, ma vanno realizzati rapporti di cooperazione seri e strategici, non predatori».
La Commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson, pochi giorni fa ha parlato di un calo da ottobre delle partenze dalla Tunisia verso l’Europa «dell’80- 90%» e ha anticipato che presto sarà firmata un’analoga intesa con l’Egitto. I dati del Viminale confermano il rallentamento. Fino all’autunno – ricorda Il Sole 24 Ore – “la Tunisia, complice una situazione economico-finanziaria vicina al collasso, era rimasta sempre salda al timone della classifica degli Stati da cui partono le imbarcazioni cariche di migranti e dirette verso l’Italia. Nel 2023 sono state 97.667 le persone (il 62% dei 157.652 totali, record dal 2016) arrivate sulle nostre coste da quelle tunisine, contro le 51.986 dalla Libia”.
Ma la situazione è cambiata. E lo conferma il Viminale: i dati al 26 gennaio ci dicono che su 1.303 stranieri sbarcati, ben 994 (il 76,2%) sono partiti dalla Libia (erano stati 1.477 nello stesso periodo del 2023) e soltanto 309 dalla Tunisia, l’87% in meno rispetto ai 2.362 che avevano attraversato il Mediterraneo centrale dalle coste tunisine nei primi 26 giorni di gennaio nel 2023.
Ancora: in questo primo scorcio del 2024 i migranti complessivamente sbarcati sulle coste italiane sono stati 1.303, il 70,74% in meno rispetto ai 4.453 dell’inizio del 2023.