Silvia Albano, uno dei sei giudici della Sezione specializzata sui Diritti della Persona ed Immigrazione del Tribunale di Roma che hanno pronunciato i provvedimenti sui trattenimenti in Albania, è stata minacciata di morte nei giorni scorsi ed ha presentato una denuncia alla procura. Lo fa sapere Magistratura Democratica, la corrente di sinistra di cui la giudice Silvia Albano è presidente dal novembre 2023.
“La campagna di discredito che è stata scatenata contro i magistrati romani e in particolare contro Silvia Albano ha contribuito a costruire un clima di contrapposizione, di odio, trasceso infine in gravi minacce alla sua incolumità e alla sua vita”, si legge in una nota.
E’ stata depositata al Csm la richiesta di apertura di pratica a tutela dei magistrati della Sezione immigrazione del Tribunale di Roma: il documento è stato sottoscritto da 16 consiglieri (esclusi i togati di Magistratura indipendente e i laici di centrodestra).
“A seguito di alcune recenti ordinanze adottate dal Tribunale di Roma in tema di protezione internazionale – spiegano i sottoscrittori – si sono succedute numerose dichiarazioni da parte di importanti esponenti politici nazionali che hanno duramente attaccato i magistrati. Le critiche alle decisioni giudiziarie non possono travalicare il doveroso rispetto per la magistratura: applicare e interpretare le leggi di fonte nazionale e sovranazionale nei singoli casi non significa occuparsi di politiche migratorie o di altro genere”.
“I provvedimenti attaccati, sui quali non si esprime alcuna valutazione di merito, si fondano sulle decisioni della Corte di giustizia europea, vincolanti per i giudici nazionali, e sulle informazioni predisposte dallo stesso ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale – continua il documento -. Le ordinanze del Tribunale di Roma, se non condivise, possono essere impugnate innanzi alla Corte di Cassazione, come peraltro avvenuto in un caso similare di qualche mese fa e riferito alla cauzione prevista dal cosiddetto decreto Cutro”.
L’associazione nazionale magistrati esprime preoccupazione quando “il dissenso dei più alti esponenti dell’esecutivo viene affidato ad accuse di pregiudizialità ideologica, di abnormità o di esondazione nella sfera riservata alla politica. Le dichiarazioni di queste ore da parte di importanti rappresentanti delle istituzioni alimentano un ingiustificato discredito nei confronti della magistratura, tanto da imporre l’apertura di una pratica a tutela della sua indipendenza e autonomia”.
La premier, intervistata in occasione degli 80 anni de ‘Il Tempo’, torna a parlare dello stop della magistratura al trasferimento dei migranti in Albania: “L’accordo non sarà smontato, il protocollo funzionerà”
“Avevo messo in conto che ci sarebbero stati degli ostacoli” ma “il protocollo Italia-Albania funzionerà. Non consentirò che un modello che abbiamo individuato nel pieno rispetto del diritto italiano ed europeo venga smontato perché c’è una parte della politica che non è d’accordo su questa lettura e su come deve essere gestita l’immigrazione. Sono determinata ad andare avanti”.
Giorgia Meloni, intervistata dal direttore de “Il Tempo” Tommaso Cerno – in occasione della festa per gli 80 anni del quotidiano, torna a parlare dei Cpr costruiti in Albania dopo lo stop della magistratura al trasferimento dei migranti. “Non parlerei di complotto. Non credo ci sia un disegno di sovvertire la volontà popolare” ma “credo che ci sia da parte di alcuni un certo menefreghismo per la volontà popolare”, aggiunge riferendosi alla decisione dei giudici e, in particolare, alla mail del magistrato Patarnello che ha destato molto rumore negli ultimi giorni. Quella mail, sottolinea ancora la premier “dice che non agisco per interesse personale ma per volontà politica. E dice che questo è un problema, ma io lo so. Una politica forte, che non ha scheletri nell’armadio, non ha una seconda agenda, non è condizionabile è un problema per molti, per tutti coloro che sulla debolezza della politica hanno costruito imperi”. Un concetto ribadito con forza: “Io continuo a rispondere alla volontà popolare e a non farmi condizionare da nessuno rispetto a quello che ritengo giusto per dare risposte ai cittadini, nel rispetto delle leggi”.
Meloni poi si sofferma ancora sulla sentenza del tribunale di Roma che ha negato il trattenimento dei migranti: “La considero irragionevole perché non riguarda solo il tema dell’Albania, ma tutti gli immigrati illegali che arrivano da alcune nazioni”. E specifica: “I giudici si rifanno a una sentenza della Corte europea ma le non convalide dei trattenimenti degli irregolari sono cominciate molto prima. La questione dell’Albania è strumentale, io penso che la sentenza sia dettata da un approccio di visione alla legge di bilancio, fino alle imminenti elezioni regionali”.