La Tunisia svuota le carceri e ‘spedisce’ i suoi galeotti verso le coste italiane con tanto di annuncio facebook. In questo caso, si tratterebbe, di tunisini diretti verso l’isola di Lampedusa. Sono uomini fantasma approdati a bordo di navi fantasma, in cale sulla costa sud siciliana e nelle isole Pelagie, nella speranza di restare invisibili. Anche se il loro arrivo è strombazzato su qualche social network. Da mesi Lampedusa, Linosa e buona parte della costa della provincia di Agrigento sono meta di sbarchi di uomini e donne provenienti dalla Tunisia che arrivano nell’inavvertenza delle nostre pattuglie costiere e provano a disperdersi sul nostro territorio. Secondo i dati forniti dal ministro dell’Interno gli sbarchi sono diminuiti ma qualcuno riesce sempre ad approdare in Italia. Quasi sempre si tratta di ex galeotti, appena messi in libertà dal governo tunisino e lasciati in condizione di imbarcarsi in direzione dell’Italia. Il loro arrivo coincide, infatti, con la liberazione di detenuti, condannati soprattutto per reati di furto e spaccio, graziati dal presidente della Repubblica di Tunisia in occasione di due ricorrenze: la fine del Ramadam a giugno e il 60esimo anniversario della Repubblica a luglio dello scorso anno. Un dato confermato anche dall’Ambasciata italiana a Tunisi che in quella circostanza ha parlato di 1.583 detenuti sono stati rimessi in libertà. Una situazione passata sotto gamba ma che danneggia un solo Paese, l’Italia, che non riesce a comprendere che deve diventare l’unica protagonista nel contesto geopolitico ed economico del Mediterraneo. Altrimenti Roma, con la classe politica di turno, continuerà a lamentarsi e a volte a delegare ad altri il ruolo giusto, che deve essere solo suo, di leader politico in una area strategica del mondo semplicemente perché non sa o non riesce a svolgere questo ruolo.
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