Migranti: Macron chiede pace con Meloni per collaborare con l’Italia

La presidente ungherese Katalin Novak  ha pubblicato sul proprio profilo Facebook quella foto con il premier italiano Giorgia Meloni in una stanza d’albergo nelle ore del Consiglio d’Europa in Islanda. “Una discussione amichevole con il premier d’Italia la mia amica Giorgia Meloni a Reykjavik. Siamo alleati sia nel bene che nei momenti difficili. Ci schieriamo insieme anche per i valori tradizionali della famiglia e contro la migrazione clandestina”, scrive Katalin Novak. .

Nelle stesse ore, Emanuel Macron apriva all’Italia sulla questione  dei migranti manifestando la volontà di collaborare.  “Meloni? Lavoreremo insieme, penso ci sarà l’occasione di incontrarci e di scambiare i nostri punti di vista”, aveva detto Macron, parlando alla stampa a margine dei lavori del Consiglio d’Europa a Reykjavik. “Bisogna lavorare con tutti gli Stati membri dell’Ue, è la mia filosofia”. “C’è soprattutto necessità di cooperare per le frontiere comuni, perché non sottovaluto che l’Italia è il Paese di primo approdo: subisce forte pressione e non si può lasciare sola. Dobbiamo costruire soluzioni comuni”, ha aggiunto. Una piccola giravolta, forse causata dal timore di Macron di restare isolato in Europa proprio sul tema dei migranti.

Le sue parole di apertura al premier Meloni pronunciate a Reykjavik non lasciano dubbi sulla necessità del capo dell’Eliseo di mettere un macigno sull’ultimo incidente diplomatico tra Roma e Parigi. Gli affondi scomposti dei suoi ministri gli hanno causato non poco imbarazzo e non hanno trovato adesioni fuori dai confini francesi. Ora cerca la pace con l’Italia, quasi disperatamente, a giudicare dai toni particolarmente calorosi utilizzati con “Giorgia”. Per evitare di ritrovarsi isolato nello scacchiere internazionale. Il rischio di trovarsi a recitare i panni del brutto anatroccolo non era escluso. Ai prossimi appuntamenti internazionali, dopo il vertice in Islanda arriva il G7 in Giappone, il presidente francese, in grave difficoltà nel suo Paese, deve arrivare senza “colpe”.

Le diplomazie si erano messe al lavoro da tempo. Con il ministro degli Esteri Catherine Colonna, ex ambasciatrice a Roma, che da mesi tentava di ricucire con la Farnesina. Dopo le polemiche sul caso Ocean Viking. E soprattutto dopo la riposta più che ferma di Palazzo Chigi con la decisione del ministro Antonio Tajani di cancellare la visita a Parigi. Per non parlare del fatto che il contrasto all’immigrazione e la necessità di una risposta europea è entrato nell’agenda di Bruxelles  grazie all’iniziativa italiana e di Meloni. Che è anche il capo dell’Ecr, il gruppo europeo dei Conservatori e Riformisti.

“L’Italia non può essere lasciata sola davanti alla pressione dei flussi migratori, con Meloni ci confronteremo, spero di poter cooperare con il suo governo”. Queste le parole di Macron a poche ore dall’inizio del Consiglio d’Europa. Dopo le offese all’Italia, è costretto ad abbassare i toni. E spegnere le polemiche sul dossier immigrazione.  L’auspicio del capo dell’Eliseo, che ammette di “non sottovalutare il fatto che l’Italia è un Paese di primo approdo”, è  quello di trovare “soluzioni comuni” e “solidarietà europea”. Proprio i concetti cardine dell’azione di Meloni a Bruxelles, che ora si attende un cambio di passo dalla Commissione europea con il Consiglio di fine giugno.

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