Migranti, oggi il vertice a Parigi

Vertice oggi a Parigi per Francia, Germania, Italia e Spagna, con Federica Mogherini per l’Ue, i capi di Stato di Niger e Ciad e con il libico Fayez el Sarraj. Il presidente francese Emmanuel Macron, informa la presidenza transalpina, riceverà all’Eliseo il presidente nigerino Mahamadou Issofou e quello ciadiano Idriss Deby, per incontrarli nel primo pomeriggio.

Successivamente, arriverà la cancelliera tedesca Angela Merkel, che avrà anche lei un incontro con Macron. Intorno alle 16.40 giungeranno all’Eliseo l’Alto Rappresentante dell’Ue per gli Affari Esteri, Federica Mogherini, seguita dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, dal presidente del Consiglio presidenziale libico Fayez el Sarraj e dal premier spagnolo Mariano Rajoy, che si riuniranno con Macron, Merkel, Deby e Issofou.

 Il vertice sarà l’occasione per riaffermare il sostegno dell’Europa al Ciad, al Niger e alla Libia per il controllo e la gestione dei flussi migratori. Intorno alle 18.30 ci sarà una conferenza stampa dei leader, cui farà seguito una riunione a quattro tra Macron, Merkel, Gentiloni e Rajoy su materie di attualità europea. Chiuderà il vertice una cena tra gli stessi quattro leader, conclude l’Eliseo.
Il vertice a quattro (Italia, Francia, Germania e Spagna) che si svolgerà oggi ha già messo nero su bianco valutazioni politiche che promuovono a pieni voti le ultime mosse del Governo italiano in materia di contrasto all’immigrazione clandestina e l’approccio pragmatico verso la Libia. Ne è conferma anche la presenza a Parigi del premier Fayez al Serraj, fortemente sostenuto dall’Italia. Oltre che sul contrasto al traffico di essere umani e sul codice di condotta imposto alle Ong che operano nel Mediterraneo, la riunione voluta dal presidente Macron mette l’accento su un’altra delle linee guida italiane: l’aiuto concreto ai Paesi di origine dei flussi. Non è un caso quindi che siano stati invitati alla prima sessione del quadrangolare di fine agosto anche il presidente del Niger Mahamadou Issoufou e il presidente del Ciad Idriss Deby Itno.

Il progetto italiano di cooperazione con 14 comunità locali sulle rotte migratorie in Libia è molto opportuno, si legge nel documento del vertice. Ma non solo. L’endorsement alla svolta italiana sul comportamento delle navi delle Ong che setacciano il basso Mediterraneo è senza ombre: ‘Il salvataggio in mare resta una priorità. Germania, Francia, Spagna e l’Alto rappresentante Ue si felicitano per le misure prese dall’Italia nel pieno rispetto del diritto internazionale. Il codice di condotta in materia di salvataggi in mare è un passo avanti positivo che consente di migliorare coordinamento e efficacia dei salvataggi. I capi di Stato e di governo chiedono a tutte le Ong che operano in zona di firmare il codice e di rispettarlo’.

Un successo per il Governo e per il ministro degli Interni Minniti che ha perfezionato a Roma un importante accordo con quattordici sindaci libici, che in cambio di aiuti si sono impegnati a frenare gli sbarchi. Il Viminale considera centrale il rapporto coi sindaci libici, soggetti di notevole peso in quella realtà, ognuno dei quali si è impegnato a presentare un progetto che deve decollare a settembre, ha chiesto Minniti.

L’accordo con la Libia permetterà al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, di presentarsi al presidente francese Emmanuel Macron, alla cancelliera Angela Merkel e al premier spagnolo Mariano Rajoy con qualcosa di concreto. Se il documento sottolinea la volontà di Germania, Spagna e Francia a continuare a sostenere l’Italia, in particolare intensificando i ricollocamenti e fornendo il personale necessario a Frontex e all’Ufficio europeo che si occupa della materia dell’asilo, è intervenuta con estrema chiarezza anche la cancelliera tedesca Angela Merkel: ‘Tutti in Europa devono accettare che il vecchio sistema-Dublino non è sostenibile. Non può essere che Grecia e Italia debbano sopportare da sole tutto il carico, soltanto a causa del fatto che la loro posizione geografica è tale che i profughi arrivano da loro’,  ha detto in una intervista alla Welt am Sonntag: ‘Per questo i profughi vanno distribuiti in modo solidale’. Resta da vedere cosa ne pensino i Paesi del nord dell’Unione, a partire dall’Austria. E soprattutto quanto i Paesi del Gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia) prenderanno sul serio queste affermazioni dopo che da mesi denunciano il ricatto e il diktat della Ue verso di loro sul tema della politica migratoria comune.

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