L’Europa fa un salto indietro nel tempo e nella storia.
Quando la Commissione europea presenterà ai ministri degli Interni e dell, pur aderendo a Giustizia della UE il piano sulle migrazioni, che si basa sull’indispensabile solidarietà tra gli stati europei, il vecchio Continente si troverà a fare un salto indietro nel tempo e nella storia, dividendosi, ancora una volta, tra Est ed Ovest. Il ‘no’ alle quote obbligatorie, opposto da Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca , Slovacchia, Romania e Repubbliche Baltiche, ha reso vano anche l’ultimo tentativo di convinzione messo in campo dal Ministro degli Eteri tedesco, Steinmeier. Quindi nemmeno l’autorevole intervento della Germania, è riuscito a persuadere i “ribelli” dell’Est europa, che hanno ribadito un secco ‘no’ alle quote obbligatorie, pur aderendo al patto per la protezione umanitaria dei migranti. La conseguenza sarà che il fronte del ‘no’, imporrà il criterio di volontarietà, che renderà vano il progetto franco -tedesco, fortemente appoggiato dall’Italia. E a nulla sembrano valere le minacce della UE , di sanzioni finanziarie, che peraltro devono ancora essere varate. Intanto gli Stati Uniti aprono le porte del loro Paese a 10mila migranti. L’Italia, invece, alla luce di quanto sta accadendo sarà costretta, suo malgrado, a rivedere la sua posizione o quanto meno a valutare con molta attenzione il rifiuto dei Paesi orientali. Va sottolineato che questi ‘no’, hanno una valenza diversa a secondo dei Paesi che l’hanno opposto. La Polonia,ad esempio, non accetterà le quote obbligatorie, ma accoglierà un numero di migranti maggiore, mentre in Ungheria, Oban annuncia l’arresto preventivo per i migranti. Quello che ne sta venendo fuori è un quadro a tinte fosche. Nei paesi orientali, sta venendo meno lo spirito di appartenenza allUE, con un forte rigurgito di acceso nazionalismo a tratti xenofobo, che pur e non appariva per niente nella corsa spasmodica agli aiuti finanziari provenienti da Bruxelles. Sembra che il destino della vecchia Europa, sarà ancora una volta la divisione tra Est ed Ovest o quanto meno lo sarà fino a quando non sarà chiaro a tutti che la questione dei migranti non è un problema, ma un’occasione per finanziare meglio lo stato sociale, sempre più bistrattato.