Il tribunale di Firenze ha dato ragione a un richiedente asilo somalo, ospite di una centro di accoglienza di Scandicci, che, per mezzo dei legali dell’Asgi, aveva impugnato il decreto sicurezza perche’ si era visto negare l’iscrizione all’anagrafe. Il giudice gli ha riconosciuto che, per l’iscrizione all’anagrafe, e’ sufficiente il verbale, il cosiddetto modello ‘C3′, che viene rilasciato dalla questura al richiedente asilo. Il decreto sicurezza, all’articolo 13, stabilisce invece che il permesso di soggiorno non e’ un documento valido per ottenere la residenza anagrafica.
Ma, sottolineano gli avvocati dell’Asgi, secondo un’impostazione condivisa dal giudice, “il verbale rilasciato dalla questura al momento della domanda di asilo certifica la regolarita’ del soggiorno in Italia, assolvendo perfettamente alle condizioni previste dalla legge per l’iscrizione anagrafica”. L’iscrizione all’anagrafe consente al migrante di accedere ad una serie di servizi, altrimenti negati: l’ottenimento della carta d’identita’, le cure del medico di base, la residenza e un lavoro regolare. Il richiedente asilo somalo, ospite della Diaconia Valdese, vincitore del ricorso, era arrivato in Italia nel gennaio del 2018; si era visto negare la sua domanda dal Comune di Scandicci nell’ottobre dello scorso anno. Gli uffici avevano motivato il diniego appellandosi al decreto sicurezza vigente.