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Blitz della squadra mobile di Milano, contro la ‘ndrangheta. A seguito dell’operazione che il 30 novembre scorso ha riguardato il clan Lampada, gli agenti stanno eseguendo in diverse città italiane arresti, perquisizioni e sequestri di immobili. Il blitz, disposto dal Gip del Tribunale di Milano su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, riguarda le protezioni su cui il clan ‘ndranghetista poteva contare persino in ambienti istituzionali. Al punto che sono stati colpiti dal provvedimento, come riferisce una nota, anche alcuni pubblici ufficiali. Ed infatti sono cinque i provvedimenti di custodia cautelare emessi questa mattina, tre contro finanzieri accusati di corruzione. Un altro contro il direttore di un hotel di lusso, accusato di favoreggiamento personale. L’ uomo, Domenico Gattuso, è ritenuto dagli inquirenti uno dei soci “chiave” del clan dei Lampada. Gattuso è stato arrestato a Reggio Calabria e sarà portato in carcere a Milano. L’uomo, secondo l’accusa, avrebbe aperto numerose società per conto dei Lampada, avrebbe gestito contatti istituzionali e avrebbe avuto un ruolo nella fuga di notizie riguardo a un’indagine della magistratura calabrese, la cosiddetta operazione “Meta”. Ai tre militari, da quanto si è saputo, sono stati sequestrati beni per un totale di circa 720mila euro. I tre finanzieri, accusati di corruzione, erano colleghi di Luigi Mongelli, maresciallo della Guardia di Finanza arrestato il 30 novembre scorso nella prima tranche dell’operazione. I tre finanzieri arrestati, secondo l’accusa, si sarebbero fatti corrompere per chiudere un occhio durante controlli sull’attività del gioco d’azzardo, business fondamentale per la cosca dei Valle-Lampada. Al centro ci sarebbe stato Giulio Lampada, assieme al fratello Francesco, entrambi gestori di bar e locali a Milano e arrestati lo scorso novembre. La cosca corrispondeva 40 mila euro al mese ai tre esponenti delle fiamme gialle, affinché garantissero il silenzio.
