Ha perseguitato l’ex, un giovanissimo studente, per tempo, tempestandolo di telefonate, messaggi, minacciandolo addirittura con una pistola, rivelatasi un giocattolo, e soprattutto divulgando ad amici e parenti la sua condizione di omosessualità arrivando ad accedere abusivamente sia al cellulare della ‘vittima’ che sul suo profilo Facebook. Così con le accuse di stalking, diffamazione continuata e aggravata, violenza privata, minacce, molestie e accesso abusivo al sistema informatico un uomo, Pier Paolo Antonelli, di 39 anni, in passato candidato leghista in un comune alle porte di Milano ha ricevuto una misura interdittiva in base alla quale non potrà più avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla parte offesa e dai suoi familiari. I fatti risalgono all’ottobre dello scorso anno quando la vittima, appena diciottenne, decide di interrompere la relazione che aveva con Antonelli. Ma quest’ultimo non accetta la fine della storia e per il ragazzo inizia un vero e proprio incubo. L’uomo lo pedina, contatta i suoi familiari e i suoi amici, si fa consegnare il suo cellulare a suon di schiaffi, pugni e puntandogli contro una pistola. Soprattutto si introduce abusivamente nel sistema informatico Vodafone del giovane e nel suo profilo su facebook dal quale ‘pubblica’ di tutto: foto del ragazzo, particolari sul loro rapporto e dettagli intimi. Ma non finisce qui perché Antonelli ha anche affisso ai pali e ai cestini della scuola che frequentava il giovane cartelli con scritte poco edificanti come ‘frocio’. Di suo, il ragazzo non aveva mai divulgato la sua condizione e anche per questo è scattata l’accusa di diffamazione dal momento che il giovane, nel legittimo esercizio del suo diritto alla privacy, non aveva reputato opportuno divulgare né alla famiglia, né agli amici la sua condizione di omosessualità.