Non c’è solo la maestra che maltrattava i bambini, ma anche la dirigente accusata di aver provato a insabbiare tutto nell’inchiesta del pm Gianfranco Gallo che ha portato al rinvio a giudizio per maltrattamenti, lesioni personali e abuso di trattamenti correttivi l’educatrice E.F., di 51 anni. L’accusa per la funzionaria comunale a capo della scuola dell’infanzia in zona Maciachini, a Milano – come scrivono oggi Il Corriere della Sera e Il Giorno – è quella di favoreggiamento, con elementi che la Procura riteneva abbastanza solidi anche per chiedere una misura cautelare, rigettata dal Gip.
Secondo quanto riportato dal Corriere, all’interno della scuola si era creato un clima di omertà, tanto che alcune maestre avrebbero provato a mentire anche davanti agli ufficiali di polizia giudiziaria, dicendo di non aver mai visto o sentito nulla di strano, mentre dalle intercettazioni telefoniche era evidente che molte sapevano. E addirittura si invitavano reciprocamente a non dire nulla di quanto accadeva nella classe, dove le microcamere installate dal Nucleo tutela donne e minori della Polizia locale nel febbraio del 2016 hanno ripreso schiaffi, spintoni, urla nelle orecchie. E’ stata la denuncia di un’insegnante al dirigente del Settore infanzia del Comune, che ha allertato la Procura, a far partire le indagini. L’amministrazione comunale nell’aprile 2016 ha trasferito la maestra a un altro ufficio, con un incarico amministrativo e ha chiesto un accertamento sanitario perché c’era il sospetto che la donna facesse abuso di alcol. A ottobre il medico del lavoro l’ha dichiarata idonea e il Comune l’ha reintegrata in un asilo molto grande con il compito di supplente. Nei giorni scorsi per lei è arrivata la sospensione per un anno, mentre la dirigente lo scorso febbraio è stata trasferita a capo di un’altra unità educativa del Comune di Milano.