Bruciano la foto di Giorgia Meloni in piazza del Duomo a Milano. Sono gli studenti medi antifascisti che contestano il risultato elettorale e danno, come al solito, una lezione di democrazia e tolleranza interpretate a modo loro. A fuoco anche un ritratto di Mario Draghi. La mobilitazione era partita dalla Rete Studenti Milano sotto lo slogan ‘Non è un Paese per giovani’. Tra i motivi della protesta, il no “ai fascisti al governo” e allo “sfruttamento e ai morti” nell’alternanza scuola-lavoro.
Il copione è sempre lo stesso: gli studenti, poi i sindacati, poi i finti pacifisti con la benedizione di Giuseppe Conte. Attori diversi con uno stesso obiettivo: la probabile premier Giorgia Meloni, peraltro non ancora incaricata. La chiamata della piazza per destabilizzare il paese è una possibilità da non sottovalutare, come va ripetendo da giorni il direttore di Libero Alessandro Sallusti.
Questa non è altro che l’ennesima dimostrazione che per alcuni la democrazia va bene solo se le cose vanno come vogliono loro. Come dimostrano gli striscioni di oggi si stanno preparando già alla resistenza con il ‘no Meloni day’ previsto per il 18 novembre. Si mettano tutti l’anima in pace: il nuovo governo è stato eletto democraticamente dagli italiani.