Mimmo Lucano può ritornare nella sua Riace. Il sindaco sospeso della cittadina calabrese simbolo per l’accoglienza dei migranti allontanato lo scorso 16 ottobre può ritornare nel suo comune. Per la Cassazione Mancano indizi di “comportamenti” fraudolenti che Domenico Lucano, in qualità di sindaco, avrebbe “materialmente posto in essere” per assegnare alcuni appalti senza rispettare le procedure corrette. Per gli ‘ermellini’ non solo non sono provate le “opacità” che avrebbero caratterizzato l’azione di Lucano per l’affidamento di questi servizi alle cooperative L’Aquilone e Ecoriace, ma è la legge che consente “l’affidamento diretto di appalti” in favore delle cooperative sociali “finalizzate all’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate” a condizione che gli importi del servizio siano “inferiori alla soglia comunitaria”.
Il sindaco ‘sospeso’ era stato oggetto della misura cautelare dal Tribunale della libertà di Reggio Calabria lo scorso 16 ottobre nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Locri. Per la Cassazione restano elementi di “gravità indiziaria” del fatto che Lucano si sia dato da fare per favorire la permanenza in Italia della sua compagna Lemlem. Ma a questo riguardo, bisogna considerare “la relazione affettiva” che intercorre tra i due e lo stato di incensurato di Lucano prima di decidere nuovamente per il mantenimento del divieto di dimora.
Per la Cassazione, Lucano ha cercato di aiutare solo Lemlem “tenuto conto del fatto” che il richiamo a “presunti matrimoni di comodo” che sarebbero stati “favoriti” dal sindaco, tra immigrati e concittadini, “poggia sulle incerte basi di un quadro di riferimento fattuale non solo sfornito di significativi e precisi elementi di riscontro ma, addirittura, escluso da qualsiasi contestazione formalmente elevata in sede cautelare”.
“Io mi difendo nel processo e non dal processo, auspico sia fatta giustizia. Penso che questa storia sia diventata qualcosa che ha a che fare con la politica, con lo schierarsi da una parte o dall’altra. Io sono l’ultimo anello. La Cassazione ha detto che non dovevo subire le restrizioni cautelari per i reati che mi sono stati attribuiti. Sono stato sospeso da sindaco, è stata interrotta una decisione democratica”, ha detto Mimmo Lucano a Radio Capital.