Mimmo Paladino al Teatro Valle di Roma con mostra-installazione prorogata fino al 17 giugno

Al Teatro Valle di Roma ancora in scena l’arte di Mimmo Paladino con la mostra-installazione PALADINO AL TEATRO VALLE: 19 DRAMMATURGHI E UN SIPARIO IN SCENA, prorogata fino al 17 giugno, creazioni del grande maestro campano che ha inaugurato l’apertura straordinaria dello storico teatro lo scorso 7 aprile.

Nata da un’idea del direttore Antonio Calbi, l’esposizione accoglie il pubblico con il grande SIPARIO DI ATTESA (lungo 14 metri), realizzato per il Teatro Argentina nel 2009, ora installato sul palcoscenico del Teatro Valle, appena dietro il sipario. In questo primo intervento si specchia un secondo, questa volta in sala, con le opere-ritratto di 19 DRAMMATURGHI collocate in altrettanti pacchetti del secondo ordine, che si ‘affacciano’ in guisa di spettatori-testimoni (11 dei quali già ritratti nel 2005 e 8 realizzati per l’occasione): Antonin Artaud, Samuel Beckett, Carmelo Bene, Bertolt Brecht, Eduardo De Filippo, Eschilo, Euripide, Dario Fo, Carlo Goldoni, Sarah Kane, Tadeusz Kantor, Henrik Ibsen, Eugène Ionesco, Vladimir Majakovskij, Molière, Luigi Pirandello, William Shakespeare, Sofocle, August Strindberg.

Ne risulta un emiciclo luminoso e diversamente cromatico di figure e figurazioni, con drammaturghi più riconoscibili e altri con segnature più simboliche e metafisiche, con rimandi visivi, cromatici, figurativi e di senso fra le due opere che si fronteggiano, si parlano, si completano una nell’altra, e dove anche le tecniche adottate si rispecchiano. Il maestosoSipario di Attesa, corpi, teste, braccia, figure ieratiche, teste di cavallo, capitelli, timpani, sparsi su un fondo rosso su cui spicca una tavolozza che va dal blu cobalto all’oro, campeggia sul palcoscenico; mentre sui 19 palchetti siedono, quasi come immaginari e ideali spettatori, 19 celebri drammaturghi raffigurati con tecniche e stili differenti: dal filo di matita che va a delineare il mezzobusto di Eduardo con pennellata nera sulla destra e la ‘tazzulella e cafè’ in rosso in mano,  al bianco, nero e grigio di Brecht, Goldoni, Shakespeare, Pirandello, fino ai colori più vibranti di Artaud o la fitta trama di fili cromatici per riportare il mondo comico e drammatico di Molière.

Ancora un intreccio di scarabocchi rimanda a Dario Fò e alla sua dialettica e il suo linguaggio, una sagoma di una testa in mezzo a un frammento di carta con dentro Pinocchioa Carmelo Bene, una caduta libera di pezzi a ricordare Sarah Kane. Un’opera multidisciplinare, un’esperienza da vivere tramite un’immersione nella visione e nell’ascolto in un luogo storico e civile come il teatro, che l’artista visionario Mimmo Paladino abbraccia perfettamente. Completa l’opera una colonna sonora che miscela voci degli autori stessi e brani dal corpus di opere degli stessi drammaturghi attinti dal repertorio del Teatro di Roma o da altre edizioni. Ne risulta una creazione multidisciplinare (architettura, pittura, parola), che è un’esperienza da vivere in piedi, girando per la sala in penombra, o seduti in platea sulle poltrone di velluto rosso. Così, l’arte entra in scena a testimonianza del valore culturale che il Teatro Valle ha svolto e continua a rappresentare per la Città.

Foto Titta Ferrante

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