L’Onu sferra un attacco contro l’Italia, e contro l’Europa, sulla politica di contenimento del flusso di migranti attraverso gli accordi con la Libia. Il governo italiano finora ha taciuto, a parte un comunicato della Farnesina. L’invettiva di Zeid Raad al-Hussein, l’Alto commissario Onu per i diritti umani è stata forte: ‘La politica dell’Unione Europea di assistere la guardia costiera libica nell’intercettare e respingere i migranti nel Mediterraneo è disumana, e la sofferenza dei migranti detenuti in Libia è un oltraggio alla coscienza dell’umanità’.
Il governo italiano è disunito davanti all’ingerenza del Palazzo di Vetro e lascia perplessi che il viceministro agli Esteri, Mario Giro, che attacca il ministro dell’Interno Marco Minniti: ‘È un po’ ipocrita scoprire adesso ciò che sappiamo da tempo. Circa il piano Minniti, io avrei fatto il contrario. Mi sarei assicurato prima di poter entrare, però mi rendo conto che c’è un problema di realismo politico. Queste notizie mettono in imbarazzo l’Onu perché è una cosa che si sapeva da tempo. Non è una novità. Non è perché adesso lo scrivono i giornali anglosassoni, o lo dice un responsabile Onu, che noi non sapevamo quale fosse il problema. Io già l’8 agosto scorso ho definito la Libia un inferno’.
Si è trattato di un attacco politico mediatico di vaste proporzioni, perché, nelle stesse ore dell’esternazione di Raad al-Hussein, la Cnn diffondeva un filmato choc su una presunta ‘tratta degli schiavi’ in un campo profughi in Libia.
Dietro l’inaudita provocazione dell’Onu si individuano chiaramente i contorni delle Ong, che non hanno digerito il Codice di condotta proposto da Minniti, visto che poche lo hanno sottoscritto. Per il resto, a partire da Medici senza frontiere, è arrivato un violento fuoco di sbarramento. La contrarietà delle Ong è stata subito avallata dall’Onu.
Un duro attacco è partito questa estate da parte di Agnes Callamard, relatrice speciale dell’Onu sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie e arbitrarie. Il Codice di condotta delle Ong del governo italiano, ha detto la Callamard, potrebbe limitare il loro lavoro di salvataggio delle organizzazioni, provocando più decessi nel Mediterraneo: la conseguente perdita di vite umane, essendo prevedibile e prevenibile, costituirebbe una violazione degli obblighi dei diritti umani in Italia. Così Codice e piano d’azione globale suggeriscono che Italia, Commissione europea e Stati membri Ue ritengono i rischi e le realtà di morti in mare il prezzo da pagare per scoraggiare migranti e rifugiati’.
Le Ong cercano soprattutto di tornare protagoniste nel Mediterraneo approfittando della debolezza del governo italiano, disunito e prossimo alla scadenza.
Minniti affronta il tema alla Camera parlando della condanna espressa dall’Onu: ‘Se l’Unhcr ha potuto visitare i centri in Libia, lo si deve anche all’impegno del nostro Paese’, ha rivendicato durante il question time alla Camera, certificando la consapevolezza dell’esecutivo circa le atrocità che avvengono nelle terrificanti prigioni in cui Tripoli rinchiude i migranti per conto di Roma e, indirettamente, di Bruxelles. Una violazione dei diritti umani che l’Italia e l’Ue tollerano ‘pur di evitare gli sbarchi’, aveva sottolineato l’Alto commissario Onu per i diritti umani Zeid Raad Al Hussein. Fatto che, ovviamente, Minniti non nega. Ma rivendica tra le righe la soluzione del problema.
‘Se oggi l’Unhcr ha potuto visitare 28 dei 29 centri di accoglienza presenti in Libia, individuando oltre mille soggetti in condizioni di fragilità a cui potrà essere riconosciuta la protezione internazionale e la ricollocazione in Paesi Terzi lo si deve all’impegno del nostro Paese e dell’Europa. Delle atrocità che avvengono in quei centri, della ‘sofferenza dei migranti detenuti’ che è un oltraggio alla coscienza dell’umanità’, secondo la definizione dell’Onu, Minniti non parla liquidando l’argomento con poche parole: ‘Per noi la questione dei diritti umani è, era e sarà irrinunciabile’.
Rivendica, invece, il una serie di risultati: che l’Oim ha portato a termine dalla Libia oltre 9.353 rimpatri volontari verso i Paesi di origine, che c’è un piano italiano di aiuti umanitari coordinato con i sindaci libici, che la nostra cooperazione sta procedendo ad un bando per l’attività delle Ong in territorio libico, che a lunedì a Berna i ministri dell’Interno dell’Ue e dell’Africa settentrionale hanno firmato un documento di impegni sui diritti dei migranti.
Minniti tiene la barra a dritta: la strada da seguire è quella dell’accordo con il governo di Fayez Al Sarraj, checché ne dica l’Onu. L’alternativa non può essere quella di rassegnarsi all’impossibilità di governare i flussi migratori e consegnare ai trafficanti di esseri umani le chiavi delle democrazie europee. Sconfiggere il traffico di essere umani e cancellare lo sfruttamento è l’unica strada possibile.
Ma se l’Italia deve proseguire sulla rotta tracciata, l’Unione Europea deve cambiare atteggiamento. In vista del piano operativo 2018, Minniti ha chiesto un cambio di strategia all’Agenzia Frontex in quanto il modello tradizionale di operazione congiunta Frontex non è più adeguato per affrontare lo scenario migratorio attuale. La gestione dei flussi migratori provenienti dal Nord Africa dovrà avvenire nel quadro di una gestione europea integrata e condivisa della strategia delle frontiere e della mutua solidarietà tra gli Stati membri.
Moreno Manzi