L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, in sigla Fao, è un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite con lo scopo di contribuire ad accrescere i livelli di nutrizione, aumentare la produttività agricola, migliorare la vita delle popolazioni rurali e contribuire alla crescita economica mondiale. La Fao lavora al servizio dei suoi paesi membri per ridurre la fame cronica e sviluppare in tutto il mondo i settori dell’alimentazione e dell’agricoltura. Fondata il 16 ottobre 1945 a Quèbec del Canada, dal 1951 la sua sede è stata trasferita da Washington a Roma presso il palazzo Fao. Da novembre 2007 ne sono membri 191 paesi più l’Unione europea. Il raggiungimento della sicurezza alimentare per tutti è al centro degli sforzi della Fao per assicurarsi che le persone hanno accesso regolare ad un’alimentazione sufficiente di alta qualità per condurre una vita sana e attiva. I tre principali obiettivi sono lo sradicamento della fame, insicurezza alimentare e la malnutrizione; l’eliminazione della povertà e la guida in avanti del progresso economico e sociale per tutti; e, la gestione sostenibile e l’utilizzo delle risorse naturali, compresi i terreni, l’acqua, l’aria, il clima e risorse genetiche a beneficio dei presenti e future generazioni. Nel 2014, durante ICN2, Fao membri, parlamentari, membri di società civile e del settore privato ha approvato la Roma Dichiarazione sulla nutrizione e il quadro d’azione. La Dichiarazione di Roma sulla nutrizione sancisce il diritto di ogni individuo di avere accesso a cibo sicuro, sufficiente e nutriente, e impegna i governi per prevenire la malnutrizione in ogni sua forma. Il quadro d’azione riconosce che i governi hanno il ruolo primario e la responsabilità per affrontare le questioni nutrizionali e le sfide. Attualmente, nel mondo, un terzo del cibo prodotto viene sprecato e la Fao stima 1,3 miliardi di tonnellate di cibo gettate ogni anno per un valore complessivo di 750 miliardi, 12 miliardi solo in Italia, mentre 795 milioni di persone soffrono la fame. Circa una persona su nove non ha abbastanza cibo per condurre una vita sana ed attiva. A livello mondiale, il rischio maggiore per la salute degli individui è rappresentato dalla fame e dalla malnutrizione, più che dall’azione combinata di Aids, malaria e turbercolosi. Le principali cause della fame sono i disastri naturali, i conflitti, la povertà endemica, l’assoluta scarsità di infrastrutture per l’agricoltura e lo sfruttamento eccessivo dell’ambiente. La fame non significa solamente mancanza reale di cibo perché essa si manifesta anche in forme più nascoste. La mancanza di micronutrienti, ad esempio, espone le persone a contrarre più facilmente le malattie infettive, impedisce un adeguato sviluppo fisico e mentale, riduce la produttività nel lavoro e aumenta il rischio di morte prematura. Ridurre questo paradosso dell’abbondanza rientra anche tra gli Obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 delle Nazioni Unite. Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha reso noto che questa mattina alla Fao è stato presentato ‘Da Expo Milano 2015 ai Giochi Olimpici del 2016 a Rio de Janeiro – Il progetto RefettoRio’ alla presenza del Ministro Maurizio Martina, del Direttore generale della Fao Josè Graziano Da Silva, del fondatore di ‘Food for Soul’ Massimo Bottura, del fondatore di ‘Gastromotiva’ David Hertz e del Presidente del Coni Giovanni Malagò. Sulla scia dell’esperienza dell’Esposizione universale, Food for Soul lancia un progetto analogo in vista delle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, questa volta in collaborazione con David Hertz, chef e fondatore di Gastromotiva, organizzazione no-profit. Coinvolti 45 chef da tutto il mondo. Il ‘RefettoRio’ (realizzato da Metro Architettura, in collaborazione con l’artista Vik Muniz, i designer Humberto e Fernando Campana e il light designer Maneco Quinderé) sarà inaugurato il 9 agosto a Lapa, nel centro di Rio de Janeiro, e servirà pasti preparati con le eccedenze alimentari recuperate nel villaggio olimpico. Saranno inoltre organizzati seminari, corsi di nutrizione e di cucina per persone in difficoltà e giovani. ‘Utilizzare le eccedenze alimentari e donarle ai più bisognosi, come è stato fatto nel semestre espositivo e si continua a fare a Milano, non è solo un dovere morale. È un esempio che può diventare quotidianità. Questo progetto arriverà in altre grandi città e non possiamo che essere fieri del fatto che sia stato concepito nel nostro Paese. Con l’Esposizione universale e la Carta di Milano ci siamo assunti un impegno ben preciso, che è quello di garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti. 795 milioni di persone nel mondo soffrono ancora la fame, mentre un terzo del cibo che produciamo viene sprecato. Ecco, è arrivato il momento di passare dalle emergenze alle priorità, perché non possiamo più chiudere gli occhi davanti al paradosso dell’abbondanza. Una delle parole chiave di questo cambiamento possibile è ‘condivisione’. Su questo principio è nato il Refettorio Ambrosiano ed è qui che trova concretezza una delle più belle eredità di Expo. Un mondo a spreco zero è un mondo a fame zero. Tutti dobbiamo fare la nostra parte’, ha sottolineato il ministro Maurizio Martina.
Naomi Sally Santangelo