Sono stati raccolti elementi che confermano la versione di Chloe Ayling, la modella inglese di 20 anni attratta a Milano con l’offerta di un servizio fotografico e poi sequestrata da un polacco, ora in carcere, che avrebbe voluto metterla in vendita all’asta nel deep web, l’area oscura e illegale della rete.
Dopo il fermo di Lucasz Herba, 30enne polacco di Birmingham ora nel carcere di Opera, inquirenti e investigatori avrebbero trovato molti riscontri alla versione resa dalla ragazza, e stanno ora cercando almeno un complice. I riscontri renderebbero ‘compatibile’ il fatto che, il giorno prima della liberazione, rapitore e rapita si sarebbero recati insieme in un negozio del piccolo paese piemontese dove la giovane è stata segregata per acquistare un paio di scarpe da ginnastica, poi da lei indossate. Il legale della modella, Francesco Pesce, respinge i dubbi sollevati soprattutto sulla stampa estera, secondo cui la modella potrebbe aver architettato tutto con Herba: ‘Non è un’ipotesi verosimile. Ci sono riscontri precisi a quanto lei ha detto’.
‘E’ una storia strana ma del tutto vera’, ha detto ai media britannici Francesco Pesce. L’avvocato ha voluto fare questa precisazione dopo i dubbi sulla ricostruzione della vicenda che erano emersi da più parti, in particolare sui tabloid del Regno Unito che riportano l’ipotesi di una conoscenza pre-esistente fra la ragazza e il suo rapitore. Pesce ha anche riferito alla Bbc che la ragazza doveva essere venduta dalla gang che la teneva in ostaggio in Medio Oriente come sorta di schiava del sesso. Chloe afferma di essere stata sotto costante minaccia di morte da parte dei suoi rapitori e in questo modo è stata obbligata anche a fare shopping.