Sono stati avvistati i due alpinisti dispersi da quasi una settimana sul Monte Bianco, “immobili”, a 4050 metri da un elicottero della protezione civile francese. Lo ha annunciato la prefettura della Haute-Savoie.
Il medico del 118 di Aosta, Andrea Ortu, dopo una prima ispezione sui corpi dei due alpinisti sul luogo del ritrovamento ha comunicato che entrambi, dispersi da sette giorni sulle Grandes Jorasses sono morti. Per la conferma ufficiale occorre che i corpi siano trasportati a valle con l’elicottero, appena decollato da Courmayeur.
Olivier Sourzac e Charlotte De Metz, guida alpina e cliente francesi sono dispersi da mercoledì scorso sul Monte Bianco. In mattinata si è più volte alzato l’elicottero del soccorso alpino valdostano, in un primo momento senza risultati. In tarda mattinata invece, dopo l’ennesimo sorvolo, i due sono stati individuati. L’equipaggio ha approfittato di una temporanea schiarita per sorvolare la zona interessata dalle ricerche.
I soccorritori francesi hanno indivuato i corpi con uno speciale elicottero proveniente da Lione, dotato di una telecamera termica. Il soccorso francese ha immediatamente allertato i colleghi italiani i quali, per competenza, si occupano del recupero. Secondo Oscar Tajola, del soccorso alpino valdostano, «all’80% si tratta dei due alpinisti francesi dispersi da una settimana». Sull’elicottero decollato da Courmayeur ci sono il pilota e due guide alpine.
Olivier Sourzac, 47 anni, guida alpina francese di Chamonix e la sua cliente Charlotte Demetz, esperta escursionista di 44 anni, residente a Fontainebleau, vicino a Parigi, erano bloccati da giovedì scorso sulle Grandes Jorasses, dove una bufera li ha costretti a ripararsi in una buca nella neve mentre stavano scendendo sulla cresta orientale Des Hirondelles per salire sulla parete Walker. L’unica cosa certa è la quota comunicata da Olivier nell’ultima telefonata – ha dichiarato il capo del Soccoro alpino Valdostano, Alessandro Cortinovis -, 4050 metri. Era quanto indicava il suo altimetro, ma bisogna calcolare una fascia d’errore per la variazione della pressione atmosferica. Più si abbassa e più lo scarto è ampio».
L’idea dei due alpinisti era quella di arrivare in cima alla Punta Walker, con i suoi 4208 metri la cima più alta del massiccio, e di scendere poi dal versante italiano fino al rifugio Boccalatte (posto a 2803 metri). Alla fine la bufera è stata più veloce di loro e i due alpinisti sono stati costretti a fermarsi a circa 4.000 metri di altitudine sul versante italiano, sotto la punta Walker alta 4.208 metri. Giovedì mattina la guida francese ha allertato i soccorsi con il cellulare, il giorno dopo al telefono ha detto si avere scavato un buco nella neve verso il seracco Whymper per ripararsi: lui era buone condizioni, mentre la sua cliente iniziava ad essere molto stanca.