Anche il Montenegro, si trova a combattere il problema incendi. Quello che è divampato stanotte, alla periferia di Podgorica, ha portato alla distruzione del campo rom dei rifugiati kosovari. Lo riferiscono i media locali, precisando che tra i circa 800 abitanti della baraccopoli non si registrano vittime. Rimasti completamente privi d’alloggio, molti hanno perso nelle fiamme anche i propri documenti d’identità. Le cause dell’incendio sono ancora sconosciute, per il momento sono state allestite delle tende in attesa di trovare soluzioni abitative alternative. L’incidente “può accelerare la ricerca di una soluzione permanete al problema di alloggiare queste famiglie, soluzione che l’Unione europea è pronta a sostenere con 2,5 milioni di euro” ha riferito Zeljko Sofranacn, capo dell’ufficio montenegrino per i rifugiati. In particolare, la comunità rom colpita ora dall’incendio a Podgorica fuggì dal Kosovo nel 1999, durante in bombardamenti che posero fine al conflitto tra Belgrado e Pristina. Oggi temono che – come fu per le baracche andate in fumo, assegnate loro ‘provvisoriamente’ 13 anni fa – la tendopoli possa trasformarsi in un alloggio a lungo termine: molti hanno preferito dormire a cielo aperto e, secondo alcuni media, rifiutato anche di sistemarsi in strutture dell’esercito che erano state poste a disposizione. Piccola repubblica adriatica di appena 650.000 abitanti, indipendente dal 2006, il Montenegro continua ad ospitare, ad oggi, circa 12.000 rifugiati, fuggiti dai paesi vicini, durante le guerre gli anni ‘90.
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