Monti, fiducia ‘bulgara’ alla Camera: 556 sì. “Scelte difficili, ma ce la faremo”

Il governo Monti ha ottenuto la fiducia dalla Camera dei Deputati ed è nella pienezza delle sue funzioni. I voti a favore sono stati 556 i contrari 61. A dire no al professore sono stati i 59 deputati leghisti, Alessandra Mussolini e Domenico Scilipoti. Il neo presidente del consiglio ha convocato il Consiglio dei ministri per lunedì per il su Roma Capitale. La nomina dei vice ministri e dei sottosegretari avverrà in settimana.

“Il nostro governo sarà di impegno nazionale” che durerà fin quando avrà la fiducia del Parlamento e comunque “ non un minuto in più”. Il suo esecutivo sarà di “servizio che dovrà prendere delle decisioni difficili che farà dell’Italia uno dei protagonisti “nella risoluzione della crisi assieme a Germania e Francia”. “Il nostro è un compito quasi impossibile, ma ci riusciremo”, assicura il professore. Il presidente del Consiglio, Mario Monti, alla Camera dei Deputati, in attesa di ricevere un ampissimo voto di fiducia, ribadisce la natura del suo esecutivo. Nella replica a Montecitorio il premier ringrazia “il presidente Silvio Berlusconi di cui ho molto apprezzato il senso di responsabilità istituzionale e da parte sua il contributo a rendere, per quanto possibile, semplice questa successione a Palazzo Chigi”. E poi un pensiero per  Gianni Letta. Non solo un ringraziamento pubblico “per essermi venuto ad ascoltare in tribuna al Senato” ma soprattutto all’uomo che Monti definisce “una persona che so essere molto rispettata da tutti”.

Italia con Francia e Germania. L’Italia da oggi darà un “contributo permanente” alla soluzione dei problemi in Europa insieme a Germania e Francia. Mario Monti, dal suo scranno da presidente del Consiglio, annuncia, dopo una visita alle istituzioni europee, di aver concordato un “incontro a tre” con la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy.

Fiducia vigilante. “Noi siamo qui con un atteggiamento di umiltà, di servizio e di sollecitazione al contributo attivo e anche critico di tutti. Qui oggi non vi chiedo una fiducia cieca, ma una fiducia non cieca: vigilante”, dice il premier Mario Monti nella sua replica.

Decisioni difficili. Il presidente del consiglio ribadisce la natura del suo esecutivo sottolineando che “ci sentiamo veramente in spirito di servizio, con un atteggiamento di umiltà, ma anche di determinazione, per favorire una almeno parziale deposizione delle armi: il che speriamo possa agevolare la presa di posizioni, anche non facili e gradevoli, nel brave periodo”

Ridare credibilità alla politica. Il professore si sente indignato di come la politica viene percepita e giudicata dai cittadini. “In modo troppo facile la società civile punta il dito contro la classe politica, cosa di cui sono indignato. Penso  – spiega Monti – che la missione del governo sarà intensificare e accrescere il risanamento e puntare alla crescita ma alla fine saremo contenti se avremo aiutato ad accrescere la credibilità delle istituzioni”.

Durata esecutivo: Non siamo un elettrodomestico. Nella sua replica alla Camera dei Deputati esce fuori anche un Monti ironico, di una ironia tagliente, che non ti aspetti da un “accademico” come lui. “Vi sarei grato se non fosse usata l’espressione ‘staccare la spina’: non ci consideriamo un apparecchio elettrico, e non saprei a quel punto se dovremmo essere un rasoio o un polmone artificiale”. E, seguendo il filo di un’acuta ironia, chiede all’Aula di continuarlo a chiamare professore “perché l’altro titolo, Presidente, durerà poco”. Un modo per dire che non intende, nel futuro, diventare un “politico di professione”. Dopo la battuta, diventa serio sulla durata del suo governo “Durerò e dureremo poco: dureremo non un minuto di più del tempo sull’arco del quale questo Parlamento ci accorderà la fiducia”. Ma il suo obiettivo, la sua intenzione “è proiettare la mia squadra di governo sulla prospettiva da qui alle elezioni”.

Berlusconi e Letta. “Ringrazio il presidente Silvio berlusconi di cui ho molto apprezzato il senso di responsabilità istituzionale e da parte sua il contributo a rendere, per quanto possibile, semplice questa successione a Palazzo Chigi”. Ma, oltre il Cavaliere, il premier sente il dovere di ringraziare pubblicamente anche Gianni Letta “una persona che so essere molto rispettata da tutti”.

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