“Accolto dagli applausi dei dipendenti, il presidente del Consiglio Mario Monti, è arrivato nello stabilimento Fiat di Melfi. Ad aspettarlo i vertici dell’azienda ed il presidente John Elkann e l’ad Sergio Marchionne, che hanno annunciato gli investimenti per lo stabilimento lucano, che sarà il primo a produrre per il prossimo anno due mini Suv, uno a marchio Fiat 500 e uno a marchio Jeep. Si tratta di un’occasione unica per la casa automobilistica italiana, che per la pria volta realizzerà una Jeep del segmento B.
: “E’una giornata importante, molto importante”, ha dichiarato Marchionne all’arrivo del presidente del Consiglio. “Il governo, in 12 mesi ha fatto cose ammirevoli” ha continuato Marchionne, che ha espresso riconoscimento al premier, “la cui agenda ha dimostrato coraggio e lungimiranza”.
“Oggi a Melfi si consuma il primo atto di un piano coraggioso, annunciato il 30 ottobre scorso”, ha aggiunto Marchionne, precisando che per la produzione dei due mini Suv verrà fatto un investimento sull’impianto pari a 1 mld. “Fiat è un’azienda sana e forte, chiuderà il 2012 con un utile della gestione ordinaria di circa 3,8 miliardi e un utile netto sopra 1,2 miliardi”, ha concluso l’ad di Fiat.
Dello stesso parere, anche il presidente di Fiat, John Elkann.
“Oggi c'è una svolta epocale” ha detto Elkann, parlando nello stabilimento di Melfi. “Verranno prodotti qui due nuovi modelli che saranno la base per la strategia per i prossimi anni”, ha spiegato,precisando: “Qualcuno ha detto che l'alleanza con Chrysler ha tolto qualcosa all'Italia, oggi è la dimostrazione del contrario”.
Poi ha preso la parola il premier Monti, che ha esordito ringraziando i vertici di Fiat “per questa scommessa sull'Italia”. Si tratta, ha continuato il presidente del Consiglio, di un “passo ulteriore di avvicinamento di Fiat all'Italia in momento in cui molti stavano perdendo fiducia sul nostro Paese come luogo di produzione”.
“Con l’investimento di Melfi, ha ribadito il premier, è stato realizzato “il primo passo verso il ‘punto e a capo’”. “Oggi vince l'Italia che sa rimboccarsi le maniche e quello che è accaduto a qui”, “è emblematico della svolta possibile in Italia, questo è il percorso che immagino e vorrei per il nostro Paese”, ha precisato il capo del Governo.
“Sarebbe irresponsabile dissipare i tanti sacrifici che gli italiani si sono assunti – ha avvertito il premier – e dover ricominciare per credere di ottenere consenso nel breve periodo dagli italiani”.
"Quando tredici mesi fa ci è stata affidata dal Capo dello Stato e dai partiti che in Parlamento ci hanno sostenuto la responsabilità di rimettere in carreggiata l'Italia – ha ricordato il professsore – eravamo consapevoli che ci sarebbero stati diversi sacrifici da chiedere agli italiani. L'Italia aveva la febbre, anche alta, e non si poteva curare con una semplice aspirina, aveva bisogno di una medicina che non curasse solo gli effetti esteriori o alleviasse soltanto i sintomi. Una medicina amara, non facile da digerire, ma assolutamente necessaria, per andare a fondo ed estirpare la malattia".
Secondo il presidente del Consiglio "non si può riformare un Paese senza accelerare un'evoluzione delle mentalità", perché così facendo "si riacquista una speranza di crescita e di fiducia in se stessi. Siamo solo all'inizio e occorrerà migliorare giorno dopo giorno".