“L’Italia ce la farà”. Il presidente del consiglio, Mario Monti, prende a prestito il motto di Giorgio Napolitano, per fare gli auguri al presidente della Repubblica nel sesto anniversario del suo mandato. L’Italia sta attraversando un periodo economico finanziario difficilissimo ma il capo del governo è sicuro che il Paese riuscirà a superare questa fase critica. Una speranza che mette nero su bianco nel biglietto di auguri inviato, oggi, all’inquilino del Colle. “Il Paese sta attraversando una fase difficile della sua storia ma, come Lei ama dire, ‘l’Italia ce la farà’ perché è proprio nei momenti di difficoltà che emerge lo spirito di una nazione forte e capace di guardare lontano”.
“Sono passati sei anni da quando gli italiani hanno iniziato a riconoscersi in una grande figura di Presidente della Repubblica, istituzionale e rigorosa, ma anche molto vicina ai cittadini e alle loro preoccupazioni. Per il Governo, e per me personalmente, – scrive Monti – Lei rappresenta un punto di riferimento sicuro, una fonte di ispirazione che ci permette di impegnarci con determinazione nella realizzazione del mandato che Lei ci ha affidato”.
E quella speranza di Monti -‘l’Italia ce la farà- arriva poche ore dopo l’allarme sulla disoccupazione lanciato da Corrado Passera. Parole, quelle del premier, che se non smentiscono il super ministro dello Sviluppo Economico servono soprattutto a infondere fiducia negli italiani.
“Il disagio sociale e diffuso legato alla mancanza di lavoro in Italia è più ampio di quello che le statistiche dicono. E’ a rischio la tenuta economica e sociale del Paese”, aveva dichiarata il ministro nel corso dell’assemblea di Rete Imprese Italia.
“Se mettiamo insieme disoccupati, inoccupati, sottoccupati e sospesi arriviamo a 5-6- forse 7 milioni di persone”, ribadisce Passera che poi aggiunge. “Se moltiplichiamo per i loro familiari arriviamo alla metà della nostra società. Non sono soltanto a rischio i consumi e gli investimenti ma anche tenuta economica e sociale del Paese”.
“L’Europa non ha saputo garantire se stessa. Deve tutelare i suoi segmenti più deboli . Deve smettere di parlare di crescita, ma farla, con l’intelligenza di saper distinguere gli investimenti che creano sviluppo”, conclude il Ministro.