Mario Monti abbandona l’abito da professore e veste quello da campagna elettorale. Ospite di Bruno Vespa dal salotto di Porta a Porta attacca gli ultimi dieci anni di governo che lo hanno preceduto e poi lancia duri strali contro Silvio Berlusconi. Ed è proprio contro l’ex presidente del consiglio e le sue promesse di ridurre le tasse ad usare parole durissime tanto da paragonarlo al “Pifferaio di Hamlin che incanta i topini”. “Che gli italiani possano credere a certe parole pronunciate da quella bocca – va giù duro il presidente del consiglio – mi fa venire in mente i topini incantanti dal pifferaio magico”. Anche se ammette che “la pressione fiscale deve diminuire” e dice non pensare ad un’imposta patrimoniale ma di agire sulla riduzione della spesa pubblica. “Negli ultimi undici anni hanno governato Governi Berlusconi per otto anni, Governo Prodi per due anni e per un anno il Governo tecnico” e se “nel novembre 2011 la situazione finanziaria era così grave è perché chi aveva governato non aveva fatto le riforme necessarie per l’Italia” ed “aveva prevalso l’interesse delle clientele non quello dei cittadini”, ha proseguito il presidente del Consiglio. Ma il suo bersaglio preferito resta il Cav. Seduto comodamente nel salotto di Vespa assicura che “Berlusconi non sarebbe in grado di tenere sotto controllo lo spread perché non è credibile né creduto sul piano internazionale”. Ma secondo il professore, il numero uno del Pdl “ammiccando all’evasore fiscale ogni sua proposta di riordino sarebbe rimandata alle caldende greche”. E si prende il merito di aver riportato lo spread sotto quota 280. “Berlusconi dice é vero, caro Monti, che tu, mio successore, hai portato per una serie di circostanze lo spread a 260 ma la crisi resta. Però io dico – sottolinea il bocconiano – che anche un ragazzino sa che tra il momento in cui si prende la medicina e quello in cui la malattia passa, ci vuole del tempo”. E sulle alleanze future precisa che “noi non ci schieriamo a favore di nessuno. Vedremo che cosa avrà da dire Bersani o altri, Bersani é il più verosimile in base ai sondaggi. Dipenderà, noi non siamo e non saremo mai la stampella di nessuno. Vogliamo essere il pungolo di tutti”. E rassicura il leader del Pd sul reale stato dei conti pubblici perché, dice a Vespa, “non c’è polvere sotto il tappeto”.
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