Mentre in Italia la fiducia al suo governo trabocca, Monti all’estero corre ai ripari, lodando il perfetto lavoro svolto dal suo esecutivo. Intervenendo al congresso Pde di Bruxelles, il premier si dice soddisfatto del suo governo: “Abbiamo lavorato sodo non solo in Italia per mettere il nostro paese in sicurezza e per evitare che dall’Italia si propagassero nuovi incendi all'Eurozona”. “Ed in buona parte, ammette, ci siamo riusciti”. Cercando poi di risalire alle origini della crisi economica internazionale, sostiene che con molta probabilità “sia partita dagli Stati Uniti”. In particolare, aggiunge il premier, “la colpa è delle gravi carenze della regolamentazione finanziaria americana.
Le origini della crisi sono state inizialmente negli Stati Uniti e sono legate a "gravi carenze della regolamentazione finanziaria", aggiunge. Inoltre il premier ha ricordato come il suo governo abbia cercato al tavolo europeo, “lavorando in forte collaborazione con Germania, Francia, con altri Stati membri ma soprattutto nel contesto del metodo comunitario con le istituzioni europee, di far evolvere la governance dell'economia europea, dando qualche contributo significativo in particolare verso il Patto per la crescita e verso i meccanismi di stabilizzazione dei mercati finanziari, nonché verso il potenziamento del mercato unico”. Monti ha infine osservato come la crisi, che “avrebbe potuto mettere in discussione l’avvenire dell'Europa, stia alla fine portando ad un suo avanzamento”. “Com’è più volte avvenuto nella storia dell'integrazione europea – ha riconosciuto – la reazione alla crisi sta comportando, seppur con una certa lentezza, un avanzamento dell’Europa verso forme un po’ più spinte di integrazione”.