Monti. Metà tecnocrate, metà politico

Si sente solo perché abbandonato dai poteri forti. Alle prese con la grave crisi economica e finanziaria da cui il nostro Paese fa gran fatica ad uscire, rintanato nella sua roccaforte tecnocratica, lancia agli italiani un grido: “Sono stato abbandonato dai poteri forti”. Quasi a voler trovare a tutti i costi una scusante al suo, ormai vicino, fallimento nella gestione della crisi economica e finanziaria. Ma questa affermazione apre due squarci, uno più inquietante dell’altro. Primo, questo grido di “dolore” sembra dar ragione a quanti, come Vendola e Di Pietro per non parlare di Grillo, considerano questo Governo, fin dalla sua formazione, come l’espressione più alta di un comitato di affari economico e finanziario,diretto da gruppi italiani ed internazionali. L’altro squarcio,invece, conferma i sospetti dei suoi nemici più agguerriti che gli contestano una politica afflittiva e senza scrupoli verso i ceti più deboli. Del resto i risultati gli danno torto, avendo, con le sue manovre e contro manovre finanziarie ridotto alla povertà milioni di famiglie italiane. Basta dare uno sguardo ai numeri che i vari sondaggisti snocciolano, quasi quotidianamente, per rendersi conto che il gradimento del Premier e del suo Governo, presso i cittadini è calato da un iniziale 74% all’attuale 38%. Questo perché gli italiani si sono sentiti presi in giro da Monti e dalle lacrime della Fornero, allorché all’atto della presentazione del programma di Governo parlarono di salasso necessario per tutta la Nazione, che sarebbe servito a portarci rapidamente fuori dalla crisi. Ma a rimanere salassati sono stati i poveri cristi, con l’effetto che ad oggi, il super Rettore di ferro si accorge che mancano all’appello due miliardi e mezzo di euro di mancate entrate e con alle porte,a settembre, l’aumento dell’iva,  che secondo i suoi proclami si era impegnato a cancellare. Tutto questo è accaduto anche per la mancanza di sensibilità nel saper percepire il disagio e lo sconforto di tante famiglie italiane che si vedono ormai senza speranza in un futuro migliore per  loro e per i propri figli e ricorrono a gesti estremi. Del resto gli unici rimasti a credere che i sacrifici affrontati e quelli ancora da affrontare, possano portare a risultati positivi per il nostro Paese, sono rimasti Bersani e Casini, perché il PDL sostiene il Governo solo per guadagnare tempo prezioso per riorganizzare le fila in vista delle politiche del2013. In questo Paese, Grillo ci ha insegnato che bisogna incominciare a parlare la lingua di chi ascolta, quindi, anche e soprattutto dei poteri deboli, caro Professore.

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