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C’è chi si muove sottobanco e chi invece tratta a tavolino. Monti ed il Pd fanno parte della seconda categoria, ovvero di quelli che trattano a tavolino e giocano con il futuro dei cittadini. Una volta che i presidenti delle due Camere sono stati eletti, Mario Monti svela tutti gli accordi sostenendo che il Pd gli aveva proposto la presidenza del Senato, verrebbe subito da pensare, in cambio di cosa? Beh la risposta è semplice: “A fronte di un appoggio per la presidenza della Camera”. In una intervista alla Stampa il premier uscente e leader di Scelta Civica Monti ripercorre le trattative dei giorni scorsi sulle presidenze delle Camere e poi sottolinea che, pur non condividendo il ‘no’ del Colle, “Non mi restava che obbedire” al Capo dello Stato. “L’Italia, spiega il premier, ha gravi problemi e necessita di riforme, per questo proponevo una convergenza larga per eleggere le cariche istituzionali e la mia candidatura nasceva in questo scenario”. “Poi, mentre ero a Bruxelles il 14 marzo Bersani mi ha telefonato chiedendo tra l’altro di indicare un nome di Scelta Civica purchè non fosse il mio poichè gli risultavano obiezioni da parte di ambienti del Quirinale”. In seguito la trattativa col Pdl per un eventuale sostegno a Schifani, rivela Monti, aveva come condizione che il partito di Berlusconi non ponesse ostacoli alla nascita di un governo Bersani, ma la proposta è stata respinta.
M5S diviso. Non hanno iniziato neanche a governare e già ci sono i primi scontri, all’interno del Movimento Cinque Stelle, ma come non dovevano esser loro ad aprire gli altri come delle scatolette di tonno? Beh sembra quasi che siano i grilli ad aprirsi tra loro come scatolette di tonno. Il primo ad inveire contro senatori grillini, per aver votato Grasso, è Beppe Grillo.
