Coalizioni fondate sulle idee. Con queste parole il premier dimissionario, glissa ancora sulla sua candidatura alle prossime elezioni, costringendo chi si aspettava che Monti nella sua conferenza stampa rivelasse se e con quale coalizione si sarebbe schierato, a restare con il fiato sospeso. “Finora è stato chiesto ai cittadini di schierarsi per qualcuno per schierarsi contro qualcun altro: “io non mi schiero con nessuno, vorrei che partiti e forze sociali si schierassero sulle idee”, ha dichiarato Monti, auspicando che “le idee, quelle che trovate nell’agenda, possano essere condivise da una maggioranza”. “Non parlerei mai di una discesa in politica semmai di una salita in politica, abbiamo bisogno di politica più elevata”, ha aggiunto.
“La nostra agenda non è indirizzata al centro, non a destra e non a sinistra: è modestamente un’agenda erga omnes, chiunque trova titolo di interesse la consideri” ha continuato il premier dimissionario.
“Non distruggere ciò che con grandi sacrifici si è fatto”: questo è il primo punto del documento dal titolo ‘Cambiare l’Italia, riformare l’Europa: agenda per l’impegno comune’ – ha ribadito Mario Monti nella conferenza stampa di fine anno – L’Italia è un Paese che può sorridere, perché ha risorse straordinarie e deve ritrovare quel tanto di fiducia che serve per fare più bambini: si sta autodistruggendo”, aggiungendo che “l’agenda consiste nell’evitare pericolosissimi e illusionistici passi indietro”.
“Questa agenda vuole dare un’indicazione di metodo di governo e di alcuni dei principali temi da affrontare. Mi auguro che le idee contenute nell’agenda possano contribuire ad orientare le forze politiche nel dibattito elettorale dei prossimi mesi e a suscitare energie nuove presenti nella società civile. A quelle forze che manifestassero un’adesione convinta e credibile, sarei pronto a dare il mio apprezzamento e incoraggiamento e, se richiesto, una guida. Questo è il modo in cui intendo rapportarmi con la fase politica che si apre adesso”: questo in sintesi il messaggio a firma di Monti che introduce la sua agenda nella quale passa ad esaminare L’Italia non dimenticando mai di relazionarla al suo contesto Europeo.
L’Italia e L’Europa – Quattro sostanzialmente i punti fondamentali del promemoria di Monti: a partire, per l’appunto, dall’Italia e dal suo rapporto con l’Europa.
La crescita del paese – A seguire, il premier dimissionario delinea una strada per la crescita del Paese che passa ancora per la spending review, per uno snellimento della pubblica amministrazione, una rivalorizzazione dell’industria italiana, che deve aprirsi ai mercati internazionali, fino a toccare temi quali Green economy e Agenda 2.0
L’economia – Per quel che riguarda l’economia, il Professore, insiste sulle riforme del Lavoro e del sistema pensionistico, già affrontate in questa fase di governo tecnico, e parla della detassazione selettiva del lavoro delle donne, per favorire l’occupazione femminile. Merito e famiglia sono poi al centro dell’agenda Monti: l’obiettivo dovrebbe essere quello di perseguire la creazione di maggiori possibilità per la mobilità sociale, con la lotta alle rendite di posizione, nonché incentivare e incoraggiare la natalità, sostegno per l’accesso alla casa, congedi parentali più articolati ed estesi.
Cambiare mentalità – Per l’ormai ex premier è necessario inoltre un cambio di mentalità che si traduce in una riforma istituzionale, con l’attuazione del federalismo, nella regolazione delle attività delle lobby, nell’armonizzazione dei bilanci pubblici ed ancora in lotta alla casta e alla cattiva politica, lotta alla mafia, alla corruzione e all’evasione fiscale.
Le tasse – Infine, obbligatorio, un passaggio sui pesanti tributi imposti in tutto questo anno: “Non appena le condizioni generali lo consentiranno – la prossima legislatura si deve impegnare a “ridurre il prelievo fiscale complessivo, dando la precedenza alla riduzione del carico fiscale gravante su lavoro e impresa. Questa va comunque perseguita anche trasferendo il carico corrispondente su grandi patrimoni e sui consumi che non impattano sui più deboli e sul ceto medio”.
Al di là della sua Agenda, evidente è stata la frecciatina lanciata a Berlusconi e alla sua idea di abolire l’Imu: “è una proposta bellissima e piena di attrattiva popolare”. “E’ bellissimo – ha aggiunto – e allora io direi anche ridurre le tasse o reintrodure il concetto che le tasse significa mettere le mani nelle tasche degli italiani. Ma se si farà senza altre grandissime operazioni di politica economica, chi verrà al governo un anno dopo – e non dico dopo cinque anni – dovrà mettere l’Imu doppia”.
“E’ meglio fare leggi ad nazionem e non ad personam – ha agginto il senatore toccando il tema della giustizia – Occorre un rafforzamento della disciplina del falso in bilancio, un ampliamento della disciplina sul voto di scambio, un trattamento in materia di prescrizione, una disciplina sulle intercettazioni e una più robusta disciplina sul conflitto d’interessi”.
E se da un lato ha espresso pubblicamente le sue perplessità nei confronti del Cavaliere: “Da parte di Berlusconi c’é un quadro di comprensione mentale che a me sfugge: ieri ha detto che questo governo è stato un ‘disastro’, nei giorni scorsi mi ha offerto la leadership dei moderati. A queste condizioni non posso accettare”, dall’altro Monti ha ”respinto in modo netto” le espressioni del leader del Pdl, Angelino Alfano secondo cui il governo sarebbe stato “cedevole verso una delle parti, il Pd”. Un’affermazione l’ex premier giudica “grave”. “Il nostro governo dal primo all’ultimo giorno si è ispirato doverosamente all’imparzialità – ha detto Monti, concludendo – Dopo un anno di lavoro posso dire che l‘emergenza finanziaria è superata, gli italiani possono di nuovo essere cittadini d’Europa a testa alta. Non abbiamo usato la strettoia degli aiuti dell’Ue e del Fondo Monetario. Un ringraziamento ‘molto intenso’ al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che con la sua ‘intuizione’ ha reso possibile questo Governo”.
Il Professore ha voluto infine ringraziare anche il Parlamento, i presidenti del Senato Schifani e della Camera Fini. “La nostra navigazione parlamentare – ha detto a conclusione della conferenza stampa di fine anno – era complessa, per la complessità dei provvedimenti e per la grande inesperienza politica e parlamentare di quasi tutti noi. Siamo stati, nel pieno rispetto delle norme e dei regolamenti, molto aiutati e di questo sono personalmente grato”.