A Monza oggi non si parla di motori e corse dopo il blitz della Guardia di Finanza negli uffici del circuito dove vengono disputati il GP d’Italia di Formula 1 e quello del mondiale Superbike. L’inchiesta sull’Autodromo nazionale di Monza è scattata in base ad un esposto presentato qualche mese fa da Paolo Guaitamacchi, da un anno e mezzo presidente di Sias, società dell’ACI responsabile della gestione dell’impianto e dell’organizzazione di tutti gli avvenimenti sportive e delle corse di auto e moto. L’accusa secondo i PM Mapelli e Trentini che stanno investigando assieme agli agenti delle Fiamme Gialle, sarebbe quella di emissione di false fatture per coprire operazioni inesistenti a favore di società compiacenti, che in questo modo potevano evadere il fisco. L’illecito avrebbe permesso di giustificare almeno 100 mila euro di proventi derivanti dalla vendita in nero di biglietti riguardanti avvenimenti minori, non certo la F1 e la SBK troppo controllate e sotto i riflettori. Sette gli indagati in questa operazione fra cui il direttore dell’impianto Enrico Ferrari e il responsabile tecnico della pista Giorgio Beghella Bartoli, a cui sono state perquisite le abitazioni. Nel registro degli indagati sono finiti anche il contabile, il titolare dell’agenzia per la raccolta di pubblicità, due custodi per la rivendita di biglietti omaggio e Emanuele Vailardi, uno degli ideatori del distributore di idrogeno con 90 posti auto in fase di costruzione all’interno del parco.
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