Non è bastato il piano d’aiuti europeo a salvare la Spagna. Neanche l’’appello di Mariano Rajoy , il premier spagnolo alle prese con la fredda reazione dei mercati di fronte ai 100 miliardi di euro promessi dai Paesi del Vecchio Continente alle sue banche, che ha chiesto all’Europa di agire con urgenza, ha potuto nulla contro l’agenzia di rating. c Moody’s: l’agenzia ha tagliato di ben tre gradini il rating iberico a ‘Baa3’ da ‘A3’, a un gradino sopra il livello spazzatura ”limitato” accesso ai mercati.
Inoltre avverte Madrid che il giudizio resta sotto osservazione per un eventuale ulteriore downgrade. Rajoy, in vista del braccio di ferro con Berlino che si profila al consiglio europeo di fine mese, si rivolge direttamente ai vertici di Bruxelles con una lettera dai toni ultimativi: “l’euro è a rischio’” – dice – e oggi “l’unica istituzione che abbia la capacità di assicurare condizioni di stabilità e liquidità è la Banca centrale europ”. Mentre Parigi va alla carica con un ‘piano’ di stabilità finanziaria che punta a un accordo per l’unione bancaria al vertice di fine mese, Rajoy esce allo scoperto.
E lo fa con un ennesimo piano che ricalca, in alcuni punti, le proposte francesi. Lo stesso Eliseo – che propone sorveglianza bancaria affidata alla Bce, con ricapitalizzazioni affidate direttamente al fondo salva-Stati Esm che avrebbe accesso ai fondi dell’Eurotower – non a caso sostiene di avere il sostegno di Roma e Madrid. In una lettera al presidente del consiglio Ue Hermann Van Rompuy e a quello della Commissione Manuel Barroso, il leader spagnolo chiede all’Europa di agire “con urgenza” per stabilizzare i mercati e ridurre i premi di rischio”. Una strategia che, come accaduto nel caso di molte proposte degli ultimi mesi direttamente rispedite al mittente da Berlino, passa direttamente dalla Bce come garante della stabilità finanziaria.
Un appello che sembra puntare sulla ripresa degli acquisti diretti di titoli di Stato che l’Eurotower ha messo nel freezer da quattro mesi e che vedono fortemente contraria la Bundesbank tedesca. La strategia di Rajoy, che si dice disponibile al progetto di unione fiscale chiesto da Berlino, aumenta il pressing sull’Europa, ma toglie anche un po’ di pressione politica interna sulla gestione della crisi bancaria da parte del governo conservatore di Madrid, pressato dall’opposizione a riconoscere che la Spagna ha dovuto subire l’onta di un “salvataggio” che il governo si rifiuta di chiamare tale. Pressato dall’opposizione in Parlamento, Rajoy si è detto “molto soddisfatto” per l’aiuto europeo ma ha sottolineato che il prestito da 100 miliardi promesso dall’Europa al governo “é per le banche e lo pagheranno le banche”, e del resto “tutti gli Stati europei hanno aiutato le proprie banche”.
Merkel: “Per uscire dalla crisi impossibile scehliere strade facili”. La strada per uscire dalla crisi è difficile e comporta misure pensanti e dolorose, ma non si possono scegliere “soluzioni facili”. Lo ha detto Angela Merkel al Bundestag tedesco in vista del G20. “Sì, la Germania è forte, ma non é senza limiti, la sua forza non è infinita”, ha detto Merkel
Piazza Affari apre in calo. Avvio di seduta incerto per Piazza Affari dopo il taglio del rating della Spagna da parte di Moody’s e in attesa dell’asta sui titoli di stato italiani in programma oggi. Gli indici oscillano intorno alla parità: il Ftse Mib cede lo 0,13% e il Ftse All Share lo 0,13%. Sul listino principale soffre Stm (-1,75%), dopo i conti di Nokia, che ha annunciato la revisione al ribasso delle previsione sul secondo trimestre e il taglio di 10.000 posti di lavoro. Male anche Fiat (-1,61%) e Saipem (-1,72%). Vendite su Ferragamo (-1,60%), Luxottica (-1,42%) e Pirelli (-1,17%). In controtendenza invece la Popolare di Milano (+1,43%), su cui Kepler ha alzato il giudizio a ‘hold’, rialza la testa A2A (-1,15%) dopo il calo della vigilia. Tengono tra i bancari Intesa (+0,65%) e Unicredit (+0,72%).
Apre invariata la Borsa di Parigi. L’indice Cac 40 segna +0,03% a 3.031,04 punti. Apertura piatta alla Borsa di Londra. L’indice Ftse-100 segna -0,03% a 5.481,95 punti. arte debole la Borsa di Francoforte. L’indice Dax segna -0,05% a 6.149,25 punti.
Il differenziale tra i titoli tedeschi e il Btp a 10 anni supera quota 480 punti a 480,4 punti con un rendimento al 6,27%. Lo spread per i Bonos rispetto ai Bud è di 532,4 punti con un rendimento al 6,78%.