Morto Gino Santercole, era un ragazzo della via Gluck

Addio a Gino Santercole, uno degli storici componenti del clan di Celentano, nonché nipote e cognato del ‘Molleggiato’, poiché aveva sposato Anna Moroni sorella di Claudia Mori, moglie di suo zio Adriano. Ma al di là del complicato intreccio famigliare, ciò che legava maggiormente zio e nipote-cognato era il fatto che entrambi provenivano dalla celebre via Gluck, nei sobborghi di Milano, la strada protagonista della canzone con cui nel 1966 Santercole aveva partecipato al Festival di Sanremo, presentando in abbinamento con Celentano ‘Il ragazzo della via Gluck’, appunto. Assieme a loro c’erano anche Ico Cerutti e Pilade, con la denominazione Trio del Clan. Saranno però eliminati nella prima serata.

Il legame con zio Adriano era così stretto che fu proprio suo nipote Gino a scrivere per lui una delle più belle canzoni del repertorio di Celentano e uno dei più bei brani italiani di musica leggera di tutti i tempi: ‘Una carezza in un pugno’.

Gino Santercole era nato a Milano nel 1940, da Rosa, sorella di Celentano. Ed era cresciuto in via Gluck assieme ad altri artisti come Don Backy, Pilade e Gianco. Fu Gino ad affiancare lo zio nella nascita del Clan Celentano e a scrivere le musiche di altri brani straordinari cantati da Adriano come Svalutation, Straordinariamente, Un bimbo sul leone. Oltre alla carriera di compositore e musicista, Gino Santercole espresse le sue qualità artistiche anche nel cinema. Da attore fu diretto da registi come Pietro Germi, Dino Risi, Mario Monicelli, Giuliano Montaldo, Luigi Comencini e Luciano Salce. Agli esordi nella musica nei primi anni Sessanta faceva parte del gruppo I Ribelli. Nel 1964 aveva debuttato come cantante solista con ‘Attaccata al soffitto/Se vorrai’, brano passato inosservato. Dopo un ultimo disco con il gruppo (Chi sarà la ragazza del Clan?/Quella donna, legato al lancio come cantante di Milena Cantù, all’epoca fidanzata di Celentano) Santercole aveva lasciato I Ribelli e aveva continuato ad incidere da solo. Il successo era arrivato prima con Stella d’argento, pubblicato a dicembre del 1964, che ottenne un buon riscontro i primi mesi del 1965, e poi con ‘Questo vecchio pazzo mondo’, che era la cover di ‘Eve of Destruction’, di Barry McGuire. Con questo brano Santercole parteciperà al Cantagiro del 1967. La stessa versione verrà poi incisa nel 1984 da Adriano Celentano e riproposta nel 1999 da quest’ultimo con Luciano Ligabue nella prima puntata del programma televisivo “Francamente me ne infischio”. Nel 1965 Santercole incise una cover di ‘Busted’ di Ray Charles, intitolata ‘Sono un fallito’ e pubblicata in un EP inciso con Celentano e Don Backy. Anche questo brano venne riproposto da Celentano nell’album ‘I miei Americani’. L’anno successivo partecipò al Festival di Zurigo con ‘La lotta dell’amore’. Da compositore Santercole ha contribuito anche alla realizzazione delle colonne sonore di film con Celentano come “Yuppi du” o “Segni particolari: bellissimo”.

 

 

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