Era uno dei più attivi reclutatori di giovani francesi pronti ad arruolarsi nella Jihad in Siria e in Iraq. Omar Omsen, anche noto come l”emiro di Nizza’, 40 anni, è morto il 7 agosto in Siria. Era lì dal 2013, affiliato ad una brigata di combattenti legata ad al-Qaida. Attraverso video pubblicati sulla rete, Omar Omsen – il cui vero nome era Omar Diaby – è riuscito, grazie ai suoi filmati propagandistici, ad indottrinare un centinaio di connazionali convincendoli poi a lasciare affetti e famiglia per arruolarsi nella Guerra Santa in Medio Oriente. Secondo i media francesi, è morto, appena pochi giorni fa’, ferito durante un sopralluogo volto a preparare un successivo attacco contro i i soldati del regime di Bashar al-Assad. La notizia della sua morte è stata confermata su Twitter da un compagno. I suoi video ”19HH’, regolarmente pubblicati su Youtube, indussero un centinaio di giovani con passaporto francese, provenienti in gran parte dalla regione di Nizza, al confine con l’Italia, ad arruolarsi in Siria nella brigata francese filo Al-Qaida fondata da Diaby nel 2013. Secondo Le Point, in questi ultimi tempi, sarebbe morto anche un altro personaggio ben noto ai servizi segreti francesi. Si tratta, secondo documenti ufficiali citati dal giornale, del ventiquattrenne Mehdi Belhoucine, che si arruolo’ con i terroristi dello Stato islamico (Isis) insieme ad Hayat Boumeddiene, moglie di Amedy Coulibaly, il killer dell’Hyper Cacher di Parigi, a inizio gennaio. Belhoucine sarebbe rimasto ucciso dopo una forte esplosione, anch’egli in territorio siriano. L’Isis presenta il ‘Califfato’ come l”Arca di Noe” che salverà i “veri musulmani” nell’ipotetico scontro finale con quelle che nella sua atroce propaganda definisce le ‘forze del male’, vale a dire gli infedeli e l’intero Occidente. Per questi terroristi senza scrupoli, che alcuni paragonano a una setta, la Francia, prima comunità musulmana d’Europa, rappresenta uno dei piu’ importanti vivai in termini di giovani reclute, spesso intercettate nelle banlieue difficili della République, dove regnano disagio ed esclusione sociale. Dall’inizio del conflitto, 910 francesi, soprattutto uomini, hanno ceduto al discorso apocalittico dello Stato islamico e si sono arruolati in Siria. Secondo l’ultimo bilancio del ministero dell’Interno, 494 sono ancora sul posto e 126 hanno perso la vita. Si tratta di un combattente francese su sette. Di questi, più di 50 sono morti da gennaio, lo stesso numero che per tutto il 2014, in quella che è una vera e propria impennata del numero di morti, più 280% in appena un anno. A pagare il tributo piu’ pesante sono i minorenni, con la morte di cinque dei sedici adolescenti francesi partiti a combattere, circa due terzi del totale.
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