Morto l’antropologo Nino Buttitta

 Nino Buttitta ha attraversato ottant’anni di vita della Sicilia con l’inconfondibile ruolo del protagonista burbero e raffinatissimo. Con la figura del papà, il grande poeta dialettale Ignazio,  ha ammesso di aver fatto i conti fino in epoca recente: ‘Padre, perdonaci se anche noi calando la schiena abbiamo subito la distorsione della storia’, disse al giornale L’Ora in un’intervista del 1978 che ha voluto citare in un libro di qualche anno fa a cura di Antonino Cusumano.

Nino Buttitta è stato a lungo uomo di potere, all’Università e in politica, seppur con quel tratto apparentemente scontroso, corroborato dalla vis polemica: è stato docente e preside della facoltà di Lettere dal 1979 al 1992, lungo un percorso accademico che ha visto al suo fianco prima la moglie Elsa Guggino, poi il figlio Ignazio, entrambi antropologhi.

Ed è proprio negli anni ’80 che si è sviluppata la carriera politica di Nino Buttitta, voluto da Craxi segretario regionale di un partito socialista potentissimo, che viaggiava intorno al 15 per cento e che esprimeva figure di rilievo quali Salvatore Lauricella, Filippo Fiorino, Nicola Capria, Turi Lombardo, solo per fare qualche nome. Un Psi che governava alla Regione e che dell’amministrazione pentacolore di Orlando, a Palermo,  uscì nell’estate del 1987, nel pieno delle polemiche sul voto di mafia alle Politiche.  Con la fine della Prima repubblica viaggiò verso il tramonto l’esperienza in politica di Buttitta, che fu anche deputato per una legislatura.

Più che i politici di rango, Buttitta amava ricordare le sagome di intellettuali  di primo piano passati dalla sua casa di Aspra: Cagli, Migneco, Treccani, Bevilacqua, Soldati, Vittorini. Ma conobbe anche Tomasi di Lampedusa, Carlo Levi, Danilo Dolci, incontrò Borges. Capitolo a parte il sodalizio con Elvira ed Enzo Sellerio, con Leonardo Sciascia, negli anni in cui nacque la casa editrice, e l’affetto per Peppuccio Tornatore, del cui padre – sindacalista comunista a Bagheria – Nino era amico.

Nino Buttitta non ha lesinato giudizi critici verso i due mari che ha navigato, quelli dell’Università e della politica: ‘Il mondo accademico è ammalato di ignoranza e baronia,  la politica affollata da mezze calzette’.

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