Morto Robert Indiana, padre della statua pop ‘LOVE’

E’ morto nella sua isola privata al largo delle coste del Maine l’artista pop Robert Indiana, famoso soprattitto per la sua serie di sculture ‘Love’ che, dagli anni ’60 a oggi, celebrano l’amore con una scritta in cui la ‘O’ piegata verso destra s’appoggia sulla ‘V’ e sulla ‘E’. Aveva 89 anni.

L’anziano artista – associato al movimento della Pop Art.- è deceduto sabato scorso per insufficienza respiratoria, ma la notizia è stata data solo ora dal suo avvocato James Brannan.

Nato a Newcastle, Indiana si trasferì a New York nel 1954 e si unì al movimento della Pop Art, usando caratteristici disegni di immagini per realizzare approcci di arte commerciale mescolati con l’esistenzialismo, che evolsero gradualmente verso ciò che Indiana chiamava ‘poesie scultoree’. L’opera di Indiana spesso consiste di immagini audaci, semplici, iconiche, in particolare numeri e parole brevi come ‘EAT’, ‘HUG’ e ‘LOVE’.

Indiana è noto anche per aver dipinto lo straordinario campo da pallacanestro un tempo usato dai Milwaukee Bucks nel palazzetto dello sport di quella città, lo U.S. Cellular Arena, con una grande forma a M che occupa le due metà del campo. La sua scultura nell’atrio del grattacielo Taipei 101, chiamata 1-0 (2002, alluminio), usa numeri multicolori per suggerire la conduzione del commercio mondiale e i modelli della vita umana.

Indiana è stato anche scenografo e costumista teatrale, come nella produzione realizzata nel 1976 dalla Santa Fe Opera de La madre di tutti noi (The Mother of Us All) di Virgil Thomson, basata sulla vita della suffragetta statunitense Susan B. Anthony. Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, Indiana produsse una serie di Dipinti della pace (Peace Paintings), che furono esposti a New York nel 2004.

Dal 1978 Robert Indiana viveva nella città isola di Vinalhaven. Apparve nel film Eat (1964) di Andy Warhol, che consiste in un’unica ripresa da 45 minuti di Indiana che mangia un fungo.

La sua opera più famosa – Love appunto – era stata creata dapprima per una cartolina natalizia per il Museum of Modern Art nel 1964, ma nel 1973 fu usata per un francobollo celebrativo da otto centesimi emesso dal Servizio postale degli Stati Uniti, il primo della loro serie regolare di ‘love stamps’.

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