Morvillo Falcone, chiesto ergastolo per Vantaggiato. Pm: “La moglie sapeva tutto”

Ancora guai per Giovanni Vantaggiato, l’autore dell’attentato all’istituto Morvillo Falcone del 19 maggio 2012 , per il quale il procuratore della Dda di Lecce, Cataldo Motta ha chiesto la condanna all’ergastolo, con isolamento diurno di tre anni. Nella strage morì la studentessa sedicenne Melissa Bassi, mentre altre nove ragazze rimasero ferite. Il riconoscimento dell’aggravante della finalità terroristica avrebbe effetto unicamente sulle modalità detentive e sull’accesso a eventuali benefici carcerari i cui tempi verrebbero posticipati. Il dibattimento è stato aggiornato al 23 maggio prossimo per le arringhe.

“La moglie di Vantaggiato non l’abbiamo mai indagata. Possiamo fare diversi discorsi sulla donna, ma io sono un pubblico ministero e devo esercitare l’azione penale solo quando ci sono elementi per ottenere la condanna. Che la moglie fosse a conoscenza di tutta la vita di Vantaggiato, ne sono certo”. Lo ha detto il pm Guglielmo Cataldi nella requisitoria in corso al processo per l’attentato di Brindisi dinanzi alla scuola Morvillo Falcone. “La moglie, dalle immagini del chiosco – ha proseguito il pm – non avrebbe forse riconosciuto il marito, ma avrebbe riconosciuto i vestiti. La moglie lo ha riconosciuto, ma io il favoreggiamento non glielo posso contestare e per il concorso non ho le prove. Non escludo che abbia potuto esprimere la decisione di compiere la strage anche alla moglie. Non posso fare le mie requisitorie sulle mie impressioni. Lo stesso vale per l’autista Giovanni e per le altre persone vicine a Vantaggiato”. Il magistrato ha sottolineato che “Vantaggiato ha realizzato il suo sogno. Ha pigiato, poi è stato lì a godersi lo spettacolo. Se ne va quando è sicuro che l’evento delittuoso è stato compiuto. Esce tranquillo. Voleva essere sicuro di aver completato l’operazione”. “Vantaggiato era lucido” ha detto ancora il pm. “Al di là di ogni ragionevole dubbio è stato capace di partecipare al processo”. Il pm ha respinto la tesi che l’imprenditore avesse problemi economici. “Non esistono – ha detto – Non si facciano speculazioni. Non si piange miseria con 400 mila euro di azioni depositate, con una barca da un miliardo (di lire, ndr); noi la stiamo vendendo, abbiamo offerte per 270mila euro. Il fatto che avesse un mutuo, fa capire che stava bene, perché le banche non fanno mutui ai poveri disgraziati”.

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