C’era grande entusiasmo attorno al vaccino Janssen contro l’Hiv giunto alla fase 3 della sperimentazione, ma purtroppo tutte le attese sembrano state deluse. Il farmaco, che dal 2019 era in fase di test per cercare di capire la sua efficacia, ha infatti ottenuto dei risultati deludenti che hanno portato Johnson & Johnson a bloccare la sperimentazione. Cosa succede ora?
Il vaccino anti Hiv non funziona
Dopo aver visto nascere, svilupparsi ed essere efficaci i vaccini anti-Covid, grande era l’entusiasmo per arrivare a un’arma altrettanto efficiente, e soprattutto efficace, contro l’Hiv, un virus che ancora oggi infetta circa 1,5 milioni di persone all’anno, uccidendone circa 650.000 e soprattutto si stima che almeno 40 milioni siano infetti in tutto il mondo. Alcuni farmaci riescono a tenere sotto controllo il virus, ma non a eradicarlo, motivo per il quale il possibile vaccino era atteso con tanta speranza.
Ma purtroppo non ci sono buone notizie. Lo studio sull’unico vaccino arrivato alla fase 3, infatti, non ha dato i risultati sperati e il farmaco sembra non funzionare. Mosaico, questo il nome dello studio, è infatti stato testato su 3.900 volontari in più di 50 centri di 9 Paesi in Europa, Sud e Nord America, ma dai dati emersi sembrerebbe non esserci ancora l’efficacia sperata. Anzi, a dir la verità, sarebbe nulla.
Per lo studio, nello specifico, sono stati scelti uomini cisgender (uomini il cui sesso biologico di nascita e l’identità di genere collimano) e transgender, che avevano rapporti sessuali sia con altri transgender che con uomini cisgender. Ma Mosaico è stato fermato quando i dati di infezione dei volontari inseriti nel braccio placebo, quello cioè in cui non veniva somministrato il vaccino, e i dati di tutti coloro ai quali veniva davvero inoculato il vaccino sostanzialmente coincidevano, traduzione della mancata efficacia del farmaco.
Ma la bocciatura di Mosaico, va sottolineato, non significa uno stop assoluto verso il vaccino contro l’Hiv.
Vaccino Hiv possibile? Il parere degli esperti
Negli ultimi decenni infatti, sono stati testati molti candidati vaccini e Mosaico era solo uno dei tanti, anche se in fase di studio più avanzato. Gli esperti si dicono quindi fiduciosi per la ricerca, nella speranza di poter trovare il prima possibile un nuovo approccio vincente.
È di questo parere Carlo Federico Perno, responsabile Microbiologia e Diagnostica di Immunologia all’ospedale Bambino Gesù di Roma, che si dice ottimista seppur “un vaccino contro Hiv è estremamente difficile, se non quasi impossibile”. La speranza in più, ha sottolineato, potrebbe essere utilizzare l’mRNA, ma si tratta comunque di “un virus sfuggente, che continua a mutare e facciamo fatica a controllare tutta questa variabilità con i metodi oggi a nostra disposizione”.
Anche Antonio Cassone, membro American Academy of microbiology, la strada per arrivare al vaccino contro l’Hiv non è di certo facile a causa del “meccanismo con cui Hiv ci infetta e supera le nostre difese, cioè quello di infettare e uccidere proprio le cellule, i linfociti CD4+, che sono gli elementi fondamentali della nostra difesa, della nostra memoria immunitaria su cui si basa il concetto stesso di vaccino”.