Sono 16 i morti a causa del naufragio di una piattaforma petrolifera nel mare di Okhotsk, al largo dell’isola di Sakhalin, nell’Estremo oriente russo. Diminuiscono inoltre le speranze di trovare vivo qualcuno dei 37 dispersi, dopo la smentita dell’avvistamento di una zattera con 15 persone a bordo. I soccorritori hanno infatti dichiarato falsa la notizia, diffusa dall’amministratore delegato della società proprietaria della piattaforma Yury Melikhov, il quale aveva affermato che un aereo aveva individuato al largo di Sakhalin una zattera di salvataggio con 15 persone a bordo. Ma il ministero delle Situazioni di Emergenza ha precisato, per bocca del suo portavoce Sergei Viktorov, che “il centro di crisi non ha ricevuto alcuna informazione relativa alla scoperta di una zattera con persone a bordo”.
L’agenzia di Stato per la navigazione fluviale e marittima ha annunciato il ritrovamento di sedici corpi dall’inizio delle operazioni di salvataggio. La piattaforma Kolskaya è naufragata domenica alle 12:45 locali nelle acque glaciali del mare di Okhotsk, mentre veniva rimorchiata, con 67 persone a bordo, verso l’isola di Sakhalin ne mezzo di una tempesta, con temperature di -17 gradi. Sono stati salvati 14 marinai grazie a all’intervento del rimorchiatore Neftegaz-55 e del rompighiaccio Magadan, che scortavano la piattaforma. Le ricerche sono proseguite per tutta la notte, ostacolate dai venti fortissimi e da onde alte fino a cinque metri. Un elicottero Mi-8, il Magadan e due altri navi partecipano alle operazioni. La sorte dei dispersi è considerata disperata, con temperature dell’acqua vicine allo zero.
Tags 16 morti 37 dispersi mare di Okhotsk piattaforma petrolifera
Riprova
Conferenza sulla solidarietà europea ad Arad, Romania
Per due giorni, il 4 e 5 settembre, la città di Arad, sita nell’ovest della …