MOSTRA PERMANENTE DELLE OPERE DI SANTUZZA CALÌ dal 19 settembre, Foyer di I balconata del Teatro Eliseo

Costumista, scenografa, nipote della pittrice siciliana Pina Calì, è stata assistente di Oskar Kokoschka a Salisburgo. Dal 1970 ha lavorato in teatro accanto a Emanuele Luzzati e ha realizzato più di trecentocinquanta spettacoli con registi come Alessandro Fersen, Aldo Trionfo, Vittorio Gassman, Benno Besson, Lorenzo Salveti, Filippo Crivelli, Gianfranco De Bosio, Egisto Marcucci, Franco Enriquez, Maurizio Scaparro, Ermanno Olmi, Tonino Conte, Paolo Poli, andando in scena in importanti teatri come La Fenice, il Regio diTorino, il Massimo di Palermo, il San Carlo di Napoli, il Maggio Fiorentino, ma anche l’Opera di Vienna, di Ginevra, di Zurigo, a Parigi, Strasburgo, Madrid, Londra, Lisbona,
Atene, Bilbao, Barcellona.

Ha ricevuto importanti riconoscimenti come il Premio Ubu nel 2003, Premio Gassman nel 2004, Le Maschere del Teatro nel 2011 per i migliori costumi per Il mare, per cui riceve anche il premio ‘Artisti dell’anno’ dal Presidente della Repubblica.La sua carriera è legata alla storia del Teatro Eliseo. Ha firmato infatti numerosi spettacoli come costumista e scenografa per il teatro bambini e ragazzi. Anche per questo motivo l’Eliseo le dedica quest’anno una nuova una mostra, esponendo le sue opere più recenti, ovvero le marionette da lei create per La commedia di Gaetanaccio, il capolavoro di Luigi Magni per il quale Santuzza Calì ha firmato anche i costumi.

Lo spettacolo, ispirato a un personaggio realmente esistito a Roma, Gaetano Santangelo detto appunto Gaetanaccio, racconta la storia di un burattinaio ambulante che trasportava il suo castello di marionette per le vie, le piazze e nei palazzi nobiliari della Roma papalina, dove spesso era chiamato per rallegrare feste e banchetti. In questa cornice, l’irriverente burattinaio e la bella Nina, la sua innamorata, cercano di barcamenarsi per sopravvivere alla povertà, all’indigenza e agli abusi del potere. «Quando ho cominciato a leggere Gaetanaccio – scrive Santuzza Calì – lui, la sua Bella e i vari personaggi della storia,
all’improvviso e con prepotenza sono usciti dalle pagine bianche. Erano poveri, ricchi, potenti o deboli: erano i pupazzi, le marionette, i burattini del burattinaio affamato, innamorato, disperato… E tutti sono andati dentro ad un teatrino apparso nella mia mente per l’occasione a recitare, a cantare, a suonar, a vivere, a morire».

Per realizzare le sue marionette, Santuzza Calì si è avvalsa della preziosa collaborazione di Paola Tosti, sua consueta collaboratrice, di Amedeo D’Amicis e Raffaella Toni.

Ingresso libero

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