Il curatore delle mostre presso il Museo d’arte contemporanea Arcos di Benevento, Ferdinando Creta, parteciperà come relatore alla Conferenza dal titolo “Dall’Europa a Roma: Virginia Tomescu Scrocco, Elisabeth Chaplin, Ružena Zatkova”, che si terrà venerdì 16 maggio prossimo all’Accademia di Romania a Roma.L’iniziativa si svolge in coincidenza con l’importante mostra su Frida Kahlo e si propone come occasione per riflettere sulla produzione artistica femminile in Italia nella prima metà del ‘900, privilegiando il contesto particolarmente vitale di Roma e ponendo in luce le storie – spesso rimaste ai margini del sistema dell’arte – delle numerose e notevoli artiste che, negli stessi anni di Frida, vi intrapresero una non facile carriera professionale. Artiste che nella maggior parte dei casi furono poi velocemente dimenticate ed appaiono ancora oggi trascurate sia dalla storiografia artistica che dalle iniziative espositive. Ferdinando Creta parlerà della complessa figura della pittrice rumena Virginia Tomescu Scrocco, sannita d’adozione per aver sposato un medico nativo di Buonalbergo, comune distante circa 20 chilometri dal capoluogo sannita, e della sua affermazione professionale. La pittrice, nata a Bucarest il 5 agosto 1886 da una famiglia di ricchi possidenti terrieri, fa i suoi studi classici in Romania, dove inizia anche la sua formazione nel campo dell’arte, per la quale ha un’attrazione irresistibile. All’età di 18 anni la madre l’accompagna a Parigi dove studia per un anno e mezzo nei musei e nell’Atelier de Julien. Successivamente, nel corso del classico viaggio in Italia, in compagnia della madre, si lascia incantare dalla bellezza del Paese e dall’enorme ricchezza dell’arte in tutte le sue manifestazioni e chiede ai genitori di poter continuare gli studi a Roma dove consegue il diploma all’Accademia di Belle Arti al termine di due anni molto brillanti. Inizia quindi la sua carriera artistica sotto la guida del pittore Cesare Maccari e va a Napoli dove conosce il giovane medico Amedeo Scrocco. Il 26 settembre 1915 lo sposa e, pur operando anche in altre parti d’Italia e nello stesso Paese natale, dove torna nel 1929 per decorare un castello in Transilvania su richiesta della regina Maria di Romania, sviluppa un rapporto di grande amore con la terra d’origine del marito, al punto che i suoi due figli, Eolo e Marisa, decidono di donare le opere custodite nelle casa paterna di Buonalbergo al Museo del Sannio, Istituto culturale fondato nel 1873 dalla Provincia di Benevento