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Non è una novità che la Dorna volesse stravolgere la MotoGp, e guardando le ultime gare lo si intuisce subito, senza il bisogno di essere esperti di motori o quant’altro. L’attuale spettacolo che offrono i prototipi della classe regina è sempre meno appagante. A 5 gare dalla fine dell’attuale stagione, Honda, prima fra tutte, esprime il suo dissenso così come il vicepresidente esecutivo HRC Shihei Nakamoto, che ad Aragon ha ripetuto l’idea che aveva già precedentemente espresso: “se Ezpeleta continua con le sue scelte sulla centralina unica e sul limite di giri, la Honda potrebbe uscire dalla MotoGp. Per sviluppare l’elettronica potremmo andare in Superbike”. Se il regolamento tecnico tarda ad arrivare è perché le Case stanno portando avanti da mesi un braccio di ferro con la Dorna. Agli ingegneri i limiti non piacciono, sarebbe come a chiedere a un pilota di non usare una marcia. Le principali problematiche risultano essere due: soldi e spettacolo in pista. Come risaputo le CRT hanno come obiettivo, in sostanza, quello di riempire il Circus per poi dare il largo al piatto forte. Bisogna, quindi, fare altro. La centralina unica serve a ridurre il “gap” tra prototipi e le CRT, ma le idee per il futuro sono ben più radicali. Ezpeleta vorrebbe una MotoGP più simile alla Moto3, classe che rispetta la filosofia di moto prototipi e lascia spazio ai telaisti. La proposta di calmieramento dei prezzi la Casa di Tokyo ha dimostrato una certa apertura, non per niente ha dichiarato che dal 2014 metterà in vendita un “prototipo di serie” a costi contenuti. Anche l’idea di una “moto per privati” non è sconosciuta ai giapponesi, basta andare indietro di qualche stagione. Alla seconda metà degli anni Novanta, quando portò in pista la NSR500V, alternativa bicilindrica delle più sofisticate, e costose, quattro cilindri. E’ risaputo che la Superbike non è il vero obiettivo, alla Honda sono sempre stati i prototipi a interessare, e non è una caso che la MotoGP sia seguita direttamente dal Giappone, mentre le derivate di serie dalla filiale europea. Il motomondiale è alla vigilia di una rivoluzione e i cambiamenti non sono mai indolori, a partire dalle trattative.
