Si può sorridere anche per un settimo posto dopo essere saliti sul podio solo due settimane prima. Essere soddisfatti per avere fatto il massimo e avere ricevuto le risposte che ti aspetti da una moto che fino a qualche mese fa faceva il contrario di quanto pensavi. Non si può cantare vittoria, ma almeno contare sulla consapevolezza che la bussola ora punta il Nord, fidarsi senza più fare i conti con un ago impazzito che confonde i punti cardinali. Così Valentino Rossi può dire che quella di Barcellona è stata “probabilmente la migliore gara dell’anno sull’asciutto, è andata anche un pò meglio rispetto a quella del Portogallo. Oggi sono arrivato più vicino a Bautista e anche il gruppo di piloti davanti a lui non era troppo distante. Se poi guardiamo il distacco, sia quello totale che quello sul giro veloce, è il più contenuto della stagione”. Forse addirittura la migliore di sempre “ma non ne sono sicuro, qui ho guidato bene e non ho fatto errori. L’anno scorso aveva fatto anche piazzamenti migliori del 7°, ma dipende anche dai ritiri degli altri piloti”. Missione compiuta, i calcoli hanno dato il risultato sperato, la Ducati non è più quel mistero insondabile del passato ma solo un problema che si può risolvere. “È quello che mi aspettavo dalla gara, questo è attualmente il nostro potenziale” conferma Rossi. Si poteva anche sperare in qualcosa di meglio ma “non sono partito benissimo, racconta il Dottore, e non sono riuscito a guadagnare nessuna posizione al via. Però sono rimasto vicino ai piloti che mi precedevano. Nei primi dieci giri ho sofferto anche con il freno anteriore, mi dava una risposta spugnosa e quasi non riuscivo a fermarmi nella staccata in fondo al rettilineo principale. Ho dovuto giocare in difesa, senza potere attaccare”. Dopo la prima metà di gara i tempi sono migliorati e Valentino ha pensato di attaccare anche Bautista. “Andavo un pò più forte di lui ma purtroppo negli ultimi giri la gomma posteriore è calata moltissimo, spiega, devo guidare molto in sovrasterzo per far curvare la moto e quindi lo pneumatico dietro ne soffre, l’anteriore non ci aiuta abbastanza. Alla fine ho dovuto mollare”. Problemi chiari e soluzioni alla portata, questa è la differenza rispetto al passato. La prima occasione per trovare la quadratura del cerco ci sarà nei test di domani, poi mercoledì ad Aragon. “Questo test saranno importanti, sottolinea Rossi, riproveremo il forcellone in alluminio e poi abbiamo diverse idee per l’assetto da verificare. Vogliamo capire se modificando la distribuzione dei pesi riusciamo a trovare più grip all’anteriore, quello che mi può aiutare a far curvare meglio la moto. Speriamo di fare un altro passo in avanti, quelli che ci precedono non erano oggi troppo lontani”. Intanto ci si concentra sui punti positivi come “la gestione elettronica del motore mi soddisfa, continua, ma dobbiamo fare ancora più esperienza per sfruttarla al massimo. Gli altri problemi cercheremo di risolverli già da domani”. L’obiettivo è ritornare a divertirsi in sella, con quello arriveranno anche i risultati. “Non mi diverto ancora quanto vorrei, afferma, posso farci ancora poco, quando cerco di attaccare metto troppo in crisi la gomma posteriore. Oggi sarebbe stato bello battagliare con Alvaro negli ultimi giri, ma non ce l’ho fatta, manca ancora qualcosa”. La ricerca continua e la traccia sulla mappa è tracciata. “Quest’anno la situazione è più chiara, sappiamo quello che dobbiamo fare, dà la buona novella, penso che possiamo anche fare meglio di così con il materiale attuale, almeno di qualche decimo. Il problema è la mancanza di grip all’anteriore rispetto a Honda e Yamaha e se riusciamo a risolvere il problema saremo meno svantaggiati”. Fra due settimane il prossimo appuntamento è a Silverstone, una pista in cui Rossi aveva fatto forse la peggior gara del 2011: “dobbiamo almeno ripetere i risultati di oggi” è l’obiettivo dichiarato.
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