La scelta del ministro degli Esteri e dei 60 parlamentari rappresenta un evento mai visto prima: è la fuga di partito più grande nella storia della Repubblica.
Luigi Di Maio ha tenuto una storica conferenza stampa per annunciare la fuoriuscita da quel Movimento 5 di 61 parlamentari, scesi poi a 60, schierati al fianco del ministro degli Esteri.
Un gruppo folto (50 deputati della Camera e 10 membri di Palazzo Madama) e apparentemente molto affiatato.
La scissione di Di Maio non è la prima e non sarà l’ultima: in Italia il trasformismo parlamentare è di casa
Il sito di analisi Pagella politica ha pubblicato uno studio sul proprio portale online in cui ha analizzato tutti i terremoti parlamentari nella storia della Repubblica italiana, ossia da quel giugno 1948 in cui le cittadine e i cittadini scelsero di voltare pagina, archiviando la struttura monarchica.
Viene anche ricordato come – dalla dodicesima legislatura in poi, ossia da quel 1994 in cui l’elezione a Palazzo Chigi dell’imprenditore Silvio Berlusconi segnò il passaggio tra due ere politiche – il trasformismo parlamentare abbia assunto contorni sempre maggiori, arrivando allo stillicidio costante e continuo a cui assistiamo oggi, in cui un deputato o un senatore può cambiare gruppo, anche più volte, in maniera indiscriminata senza che nessuno gli ponga l’esigenza di dimettersi.
“Insieme per il Futuro“, nuovo soggetto parlamentare di Luigi DI Maio, conterà almeno 60 tra deputati e senatori e rappresenta la scissione più grande di sempre.
Sul podio troviamo altri due snodi politici degli ultimi anni. alle spalle di Di Maio si piazza Angelino Alfano, la cui fuoriuscita dal Popolo della libertà nel 2013 coinvolse ben 58 parlamentari, 29 in ogni ramo del Parlamento. Al terzo posto invece l’uscita dal Partito Democratico del gruppo di Articolo Uno, che nel 2017 arrivò a contare 48 eletti tra Palazzo Madama e Montecitorio.