Mozione di sfiducia a Daniela Santanchè il 26 luglio al Senato

Mercoledì 26 luglio l’Aula del Senato metterà ai voti la mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle contro Daniela Santanchè è indagata dalla procura di Milano per la gestione delle sue società. I pentastellati hanno deciso di scavalcare il resto dell’opposizione e presentare in solitaria una mozione di sfiducia. Il capogruppo del Pd, Francesco Boccia, aveva criticato la fuga in avanti del M5S nel presentare il testo senza prima coordinarsi con il resto delle opposizioni, che comunque – fatta eccezione per i renziani – non faranno mancare il loro sì. Pd e Avs annunciano, quindi,  che voteranno a favore della proposta. Il Terzo polo è diviso. Ma la mozione è destinata ad essere rigettata, perché il centrodestra compatto voterà “No”.

Il 17 luglio alle 11.40 di mattina nell’abitazione milanese di Santanchè è arrivata la richiesta di proroga delle indagini. Un atto che certifica l’iscrizione della ministra del Turismo nel registro degli indagati. L’atto sarebbe stata riscosso da una persone “addetta alla casa” e non direttamente dalla ministra, che comunque – in un’intervista pubblicata l’indomani sul quotidiana La Verità – ha continuato a negare di aver ricevuto atti dalla procura. In Senato, il 5 luglio, la ministra aveva detto: “Affermo sul mio onore che non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia”.

Inoltre, da quanto è stato sempre verificato, la richiesta di proroga, due pagine in tutto, è stata recapitato a due ex amministratori che figurano tra i sei indagati, parlamentare compresa, per bancarotta e falso in bilancio: l’11 luglio a Davide Mantegazza e due giorni dopo, il 13 luglio, a Massimo Gabelli. Nella richiesta del pm Maria Gravina e dell’aggiunto Laura Pedio, ci sono anche i nomi del compagno della ministra del Turismo Dimitri Kunz e della sorella Fiorella Garnero.

Numeri alla mano, sono assai scarse la possibilità che il provvedimento passi. Il centrodestra detiene la maggioranza in entrambe le Camere. Affinché Santanchè rassegni le dimissioni, dunque, è necessario che il 50 per cento più uno dei senatori voti il testo presentato dai 5 stelle dopo le dichiarazioni della ministra a Palazzo Madama il 5 luglio scorso sulla vicenda Visibilia. Difficilmente si registreranno defezioni tra i banchi della maggioranza. Anzi, è possibile che al voto contrario di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia si aggiunga anche quello di Italia Viva, meno severa – in controtendenza rispetto alle altre opposizioni – nei confronti della ministra Santanchè. Il gruppo del Terzo polo al Senato, dunque, potrebbe spaccarsi facendo registrare all’opposizione numeri più ridotti rispetto a quelli sulla carta. A far ben sperare la maggioranza c’è anche la certezza che la mozione verrà messa alla prova dell’Aula con il voto palese visto che quello segreto non è previsto per le mozioni di sfiducia.

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