Anima Holding va incontro a Mps nella difficile ricapitalizzazione da 2,5 miliardi di euro che la banca dovrà lanciare a fine di ottobre. Lo riporta l’agenzia Ansa, spiegando che la società di gestione del risparmio, forte di una cassa di 350 milioni di euro, sarebbe pronta a mettere a disposizione della banca senese una cifra compresa tra 150 e 250 milioni di euro.
Risorse che potrebbero risultare estremamente preziose per la riuscita di un’operazione complicata dal contesto macroeconomico e dalla situazione dei mercati. In cambio, la società potrebbe chiedere un rafforzamento dell’alleanza nel risparmio gestito, in scadenza nel 2030, rafforzamento a cui stava lavorando già l’estate scorsa con l’ex ad, Guido Bastianini, prima che il fallito matrimonio con Mps mettesse tutto in stand-by.
Al momento, Anima e Mps non hanno intavolato alcuna discussione, ma i giochi potrebbero entrare nel vivo dopo che l’assemblea, prevista per giovedì 15 settembre, avrà approvato la ricapitalizzazione e Lovaglio dovrà trovare sottoscrittori per i 900 milioni di euro non coperti dal Tesoro, primo azionista di Mps con il 64% del capitale. In questo contesto, il sostegno di Anima potrebbe rivelarsi molto comodo, come pure potrebbe esserlo quello di Axa, interessata a difendere la sua partnership nella bancassicurazione. Decisamente positiva la reazione del titolo Mps, che al momento della redazione di questo articolo guadagna quasi il 3%.
Dopo la Commissione Ue, la settimana scorsa anche la Bce ha dato il via libera alla ricapitalizzazione da 2,5 miliardi del Monte dei Paschi di Siena. Il risultato del voto appare scontato, visto la quota di controllo del 64% dello Stato attraverso il ministero dell’Economia. Lo scorso 31 agosto, i proxy advisor Iss e Glass Lewis avevano consigliato agli azionisti di Monte dei Paschi di Siena di votare in favore all’aumento di capitale. Secondo Iss, “nonostante la diluizione significativa, l’operazione proposta è supportata da una motivazione convincente“, Mentre per il proxy Glass Lewis l’operazione è una componente fondamentale del piano di “consolidamento del capitale della banca, che è la chiave per la sua redditività a lungo termine“. Come tale, l’approvazione dell’aumento di capitale è “nell’interesse degli azionisti”.