Uno scambio di persona, un errore nella comunicazione, tra ospedale e anagrafe, dei dati di un atto di morte. A farne le spese, burocraticamente, è un bimbo di due anni e mezzo, a tutt’oggi senza identità e scomparso da ogni database. La sua unica ‘colpa’ è stata quella di avere lo stesso nome e cognome di un 77enne deceduto per davvero per cause naturali ma che oggi, all’anagrafe, risulta vivo e vegeto. La vicenda arriva da un paese del Basso ferrarese dove il piccino vive con la famiglia. Tutto comincia due giorni fa, quando la pediatra viene a conoscenza che il bambino non può essere vaccinato perchè risulta deceduto il 16 novembre. La donna comincia a contattare tutti gli ospedali, ma da Valle Oppio al Sant’Anna, fino al posto di polizia, la risposta è sempre quella: non risulta nessun bambino deceduto. La prova del nove è una sola: chiamare la famiglia del piccolo. “Paolo? Sta bene, grazie”. Sentendo quelle parole, la dottoressa tira un sospiro di sollievo. ”Inizialmente – dice la madre – ci siamo fatte due risate, poi invece…”. Poi invece i grattacapi. Il bambino ad oggi non risulta più da nessuna parte: ”è senza servizio sanitario, all’anagrafe c’è un certificato di morte. Se dovesse aver bisogno di cure, l’ospedale ci manderebbe via perchè non esiste”. Il 16 novembre all’ospedale di Codigoro era morto un pensionato di 77 anni che portava lo stesso nome e cognome del bimbo. Il problema, secondo i primi accertamenti, si sarebbe materializzato durante la trasmissione dei dati dall’ospedale all’anagrafe dove il piccino risulta residente con la famiglia. In pratica, chi ha fatto la segnalazione avrebbe confuso i dati del pensionato con quelli del bimbo. ”Ora – dice con amarezza la mamma – vogliamo andare fino in fondo”.
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