Murales antismog, l’arte che aiuta l’ambiente

La street art si veste di un nuovo colore: green. Dopo essere nata come movimento di denuncia per innescare un pensiero critico verso le problematiche della società ed essere poi diventata uno strumento in mano alle amministrazioni pubbliche per riqualificare quartieri e strade, oggi l’arte dei murales si impregna anche di un forte valore ecologico. Gli artisti che dipingono i grandi muri delle città possono scegliere di utilizzare una vernice molto particolare che permette di eliminare gli inquinanti presenti nell’aria. Questa vernice si chiama Airlite ed è stata brevettata da un’azienda italiana, la Advanced Materials. Come si legge sul sito, Airlite è una tecnologia che utilizza lo stesso principio fisico usato dalla natura per pulire l’aria e permette di trasformare una qualsiasi parete in un purificatore. Infatti, utilizzando una tecnologia a semiconduttore genera delle cariche elettriche sulla superficie della parete. Queste cariche elettriche si combinano con il vapore acqueo e l’ossigeno presenti nell’aria, generando degli ioni negativi che neutralizzano gli inquinanti una volta che questi vengono in contatto con la parete. Una volta stesa sugli edifici, l’innovativa vernice riesce a neutralizzare gli ossidi di azoto (NOx), gli ossidi di zolfo (SOx), i VOC, le polveri sottili (PM 10 e PM 2.5). La sua azione può essere paragonata a quella degli alberi, che immagazzinano CO2 e trattengono, tramite le foglie, il tronco e le ramificazioni, una grande quantità di particolato atmosferico e gas inquinanti.Oggi sono ormai diversi gli eco murales presenti sul suolo italiano. Si parte con Hunting Pollution, il dipinto antismog più grande non solo d’Italia, ma di tutta Europa. Realizzato in via Porto Fluviale, nel quartiere Ostiense a Roma, occupa una superficie di un chilometro quadrato e raffigura un airone tricolore (una specie a rischio di estinzione) appoggiato su un barile da cui esce petrolio. Secondo le stime sarebbe in grado di assorbire la quantità di smog che assorbono 30 alberi. L’opera è stata realizzata dallo street artist milanese Federico Massa, in arte Iena Cruz. Cruz nel 2019 ha dipinto anche il primo eco murales di Milano: Anthropoceano, che vuole raccontare l’impatto dell’uomo sugli oceani e sulle specie che lo popolano.

In quest’opera – che si staglia vicino la stazione di Milano Lambrate – sono raffigurati uno squalo, una megattera e una razza che ruotano attorno a una piattaforma petrolifera a fiamma accesa, intrappolati all’interno di una grande bottiglia di plastica. Nel 2022 invece,  sui muri della scuola media Silio Italico, nel quartiere di Fuorigrotta a Napoli, è stato realizzato da Zed1 (Marco Burresi) “Unlock the change”. Qui una bambina aprendo una porta svela che esiste un mondo più colorato e bello rispetto quello grigio in cui le ciminiere esalano letali gas nell’aria. In questo caso l’opera ricopre 370 metri quadrati di superficie e, secondo le stime di Yourban 2030, è capace di assorbire quotidianamente lo smog prodotto da 79 automobili. Non si può non citare il murales “Global strike for future” realizzato da Matteo Brogi in occasione dello sciopero mondiale per il clima del 15 marzo 2019. L’opera rappresenta un orso polare che stringe nella zampa un cono gelato a forma di mondo e che si sta sciogliendo a causa del riscaldamento globale.

Anche il Vento si tinge di verde grazie al festival biennale di street art Super Walls, che ha permesso a 16 artisti di dipingere i muri delle città di Padova e Abano Terme con la tecnologia Airlite. Le opere nel complesso coprono una superficie di 2000 metri quadri. Tra le strade della città patavina ci si può imbattere in una bambina con un casco da astronauta che guarda meravigliata il cielo stellato, ma anche nella frase pronunciata da Greta al World Economic Forum “I don’t want your hope”. E, come aveva proseguito la giovane attivista “I want you to act as if our house is on fire.” Di fronte alla nostra casa in fiamme, anche l’arte può farsi portatrice di un aiuto nel mitigare gli effetti della crisi. Quell’arte che è sì necessaria a sviluppare una coscienza ambientale, che può far del bene all’anima, ma anche ai polmoni.

Fonte: Valeria Pagani

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