Muro contro muro tra Roma e Parigi sull’emergenza migranti

 Il tema dell’emergenza migranti riaccende la tensione tra Italia e Francia. E non è la prima volta, anche se gli ‘scontri’ fra i due Paesi hanno in gran parte riguardato fatti economici. Di seguito le principali battaglie a cavallo delle Alpi.

Le dichiarazioni intorno alla vicenda Aquarius che arrivano dalla Francia sono sorprendenti e denunciano una grave mancanza di informazioni su ciò che sta realmente accadendo. L’Italia non può accettare lezioni ipocrite da Paesi che in tema di immigrazione hanno sempre preferito voltare la testa dall’altra parte, è stato il contrattacco di Palazzo Chigi dopo che da Parigi hanno definito Roma ‘cinica e vomitevole’. La frattura sui migranti ha un precedente recente, quello di Bardonecchia, dove a fine marzo si è sfiorata una crisi diplomatica, dopo il ‘blitz’ di doganieri francesi in una sala della stazione, dove operava l’ong Rainbow4Africa, che ha suscitato l’ira del Governo e portato alla convocazione dell’ambasciatore francese dalla Farnesina.
La vicenda dei cantieri di Saint-Nazaire ha tenuto impegnate Roma e Parigi per due mesi di tensioni e trattative a oltranza. Il nodo, sciolto nel settembre 2017 in occasione del vertice intergovernativo di Lione, era l’acquisizione e il controllo dei cantieri Stx da parte di Fincantieri, bloccata dal nuovo governo Macron dopo che un accordo era già stato raggiunto. Il compromesso raggiunto vede Fincantieri leader con il 51%, come chiedeva l’Italia, sia pur con un 1% a prestito dallo Stato francese e la Francia che mantiene un ruolo strategico nei cantieri.
Le frizioni tra Italia e Francia su Tim hanno toccato il culmine nel novembre 2017, quando l’allora ministro dello Sviluppo Carlo Calenda è sbottato contro le mosse dell’azionista francese, accusandolo di averci ‘trattato come se fossimo la Guyana francese’. Nel maggio scorso è poi arrivata l’attesa multa (di 74,3 milioni) per Tim prevista dal golden power per la mancata comunicazione da parte di Vivendi dell’assunzione del controllo di fatto sull’operatore telefonico italiano.
A creare un’incognita sulla costruzione della Torino-Lione è stata la decisione del governo Macron nel luglio 2017 di prendere una ‘pausa’ di riflessione. Nel corso di un successivo incontro con il ministro italiano Delrio, però, la ministra francese Elisabeth Borne precisava che, pur nel contesto di revisione sulle grandi opere, i lavori proseguivano e gli impegni internazionali restavano confermare. A sciogliere il nodo è stato poi il vertice intergovernativo di Lione, durante il quale è arrivato lo sblocco della Tav Torino-Lione da parte del presidente francese Macron. Ora il nuovo governo giallo-verde ha rimesso in discussione l’opera.
In realtà la supponenza francese nei confronti dell’Italia è sempre stata un dato di fatto tanto che Indro Montanelli con solito acume lo annotava: ‘I francesi sono stati rivoluzionari tagliando la testa al re e all’aristocrazia al suon di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza mentre noi italiani stringiamo la mano all’America e strizziamo l’occhio alla Russia. Per i francesi siamo un popolo indefinito’.
Oggi non si attenua la tensione diplomatica tra Italia e Francia sul fronte immigrazione dopo lo scontro  tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il presidente Emmanuel Macron sulla gestione dell’emergenza in mare della nave Aquarius con oltre 600 migranti a bordo. Prima il ministro dell’Economia Giovanni Tria, poi il premier Giuseppe Conte hanno annullato i rispettivi incontri a Parigi previsti con Bruno Le Maire e domani con il presidente Macron.

Salvini  è chiaro: ‘Macron continua istericamente la sua guerra al popolo italiano che in quanto a generosità ha poco da imparare e che decide in totale autonomia il presidente del Consiglio,  e  dare ad un Governo appena insediato del cinico e vomitevole da chi presidia e respinge non va bene’.

La Francia non ha ricevuto alcuna richiesta ufficiale di scuse da parte dell’Italia, ha reso noto l’Eliseo in riferimento allo scontro sul caso migranti e la nave Aquarius, mentre lo stesso presidente francese assicura di lavorare con l’Italia, lanciando un appello a non cedere all’emozione. Ma precisa: ‘Chi cerca la provocazione? Chi dice io sono più forte dei democratici e una nave che vedo arrivare davanti alle mie coste la caccio via? Se gli do ragione aiuto la democrazia?. Non dimentichiamo chi ci sta parlando e chi si rivolge a noi, aggiunge Macron,  perché anche noi abbiamo a che fare con gli stessi.

Con l’Italia da un anno lavoriamo in modo esemplare, abbiamo ridotto a un decimo gli sbarchi grazie a un lavoro con la Libia, nel Sahel, ha continuato il presidente francese, secondo il quale la vera risposta al dramma dei migranti è nella politica di sviluppo, di sicurezza, di smantellamento delle reti di passeur, in Africa.

Di tutt’altro tono il commento su Aquarius del portavoce della Marina libica, Ayob Amr Ghasem: ‘Grazie a Dio l’Italia s’é finalmente risvegliata dopo essere stata a lungo un centro di sversamento di migranti da parte del mondo, siamo contenti di questa decisione.

Circa Cocis

Riprova

Progetto Italia News, nella persona della sua direzione, e della redazione tutta, augura ai suoi lettori di trascorrere un Buon Natale

Progetto Italia News, nella persona del suo direttore responsabile, dr. Andrea Viscardi, con la redazione …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com